La situazione delle basi militari statunitensi in Italia sta diventando sempre più critica. I sindacati hanno lanciato un allerta dopo aver ricevuto una comunicazione minatoria da parte del Doge, il dipartimento per l’efficienza governativa guidato da Elon Musk. Questa comunicazione ha riacceso le preoccupazioni riguardo ai diritti dei dipendenti e alla stabilità dei posti di lavoro. Con un incontro nazionale fissato per il 18 marzo, i sindacati stanno preparando una risposta adeguata alla politica statunitense che minaccia di ridimensionare le strutture militari italiane.
La comunicazione minatoria del Doge
Nel corso del weekend, i dipendenti delle basi militari Usa in Italia hanno ricevuto una nuova email dal Doge, che richiede nuovamente di elencare in cinque punti le attività svolte nell’ultima settimana. Questo è il secondo avviso di questo tipo, dopo una comunicazione simile inviata all’inizio di marzo. I lavoratori, preoccupati per la loro sicurezza occupazionale, stanno considerando l’idea di uno sciopero. I sindacati hanno già contattato il governo italiano e l’ambasciata Usa in Italia, chiedendo chiarimenti e il rispetto degli accordi sindacali esistenti. Attualmente, sono a rischio i posti di lavoro di circa 4.000 persone, con la base di Aviano, che ospita il 31st Fighter Wing, particolarmente vulnerabile con i suoi 760 dipendenti civili italiani.
Angelo Zaccaria, rappresentante della Uiltucs, ha affermato: “Se questo comportamento continua, lo sciopero sarà inevitabile. Siamo di fronte a una lunga serie di forzature rispetto al nostro contratto nazionale“. I sindacati denunciano che le misure adottate dal Doge non solo violano i diritti dei lavoratori, ma rappresentano anche una violazione degli accordi tra Italia e Stati Uniti, minando la sovranità giuridica italiana in materia di lavoro.
Le conseguenze delle politiche del Doge
Le politiche attuate dal Doge hanno sollevato preoccupazioni tra i dipendenti. La prima comunicazione, inviata all’inizio di marzo, chiedeva ai lavoratori di giustificare il proprio operato in cinque punti, un approccio che ha suscitato malcontento. Inoltre, Musk ha bloccato le assunzioni e limitato l’accesso alle carte di credito aziendali, costringendo i dipendenti a trovarsi con un solo dollaro sui loro conti. Questo ha aumentato l’ansia tra i lavoratori, in particolare per coloro che hanno contratti a termine, i quali rischiano il licenziamento.
Zaccaria ha spiegato che i dipendenti con contratti a tempo indeterminato potrebbero non vedere il rinnovo dei loro contratti, mentre le posizioni vacanti non verranno coperte, nonostante ci siano bandi per assunzioni urgenti. Il Doge ha anche vietato la sostituzione temporanea del personale in congedo o in pensionamento, aggravando ulteriormente la situazione.
L’azione dei sindacati per la tutela dei diritti
In risposta a questa situazione, i sindacati si sono mobilitati per proteggere i diritti dei lavoratori delle basi militari Usa in Italia. Il contratto di lavoro nazionale che regola il lavoro dei civili è diverso da quello dei dipendenti federali statunitensi, e i sindacati stanno cercando di garantire che le tutele esistenti vengano rispettate. Roberto Del Savio, coordinatore sindacale della base Usa di Aviano per Fisascat-Cisl, ha dichiarato che i lavoratori sono confusi e preoccupati per il futuro delle basi, soprattutto alla luce degli eventi recenti.
Per affrontare questa crisi, i sindacati hanno convocato un incontro nazionale per il 18 marzo, dove discuteranno strategie per contrastare le politiche statunitensi che minacciano di ridimensionare le basi militari italiane. Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil, ha sottolineato l’importanza di rispettare i contratti e i diritti dei lavoratori italiani, affermando che Musk deve comprendere che in Italia esistono leggi e diritti conquistati con anni di lotte.
La situazione rimane tesa e i prossimi sviluppi saranno cruciali per il futuro dei dipendenti delle basi militari Usa in Italia.