Proroga per l’invio di informazioni sulla vicenda Almasri: il governo italiano chiede più tempo

Il governo italiano richiede una proroga per inviare alla Corte penale internazionale le informazioni sul generale libico Osama Njeem Almasri, arrestato il 19 gennaio e rimpatriato in Libia. Indagini coinvolgono la premier Giorgia Meloni e altri funzionari.
Proroga Per L'Invio Di Informazioni Sulla Vicenda Almasri: Il Governo Italiano Chiede Più Tempo Proroga Per L'Invio Di Informazioni Sulla Vicenda Almasri: Il Governo Italiano Chiede Più Tempo
Proroga per l'invio di informazioni sulla vicenda Almasri: il governo italiano chiede più tempo - unita.tv

Il governo italiano ha richiesto una proroga per inviare alla Corte penale internazionale le informazioni riguardanti il caso di Osama Njeem Almasri, il generale libico accusato di crimini contro l’umanità. La scadenza inizialmente fissata per il 17 marzo è stata oggetto di una richiesta di estensione da parte dell’esecutivo, che attende i risultati delle indagini aperte dal Tribunale dei ministri su alcuni membri del governo. La situazione si complica ulteriormente a causa delle accuse di favoreggiamento e peculato mosse contro la premier Giorgia Meloni e altri funzionari.

La richiesta di proroga e le indagini in corso

Il governo ha formalizzato la richiesta di proroga per l’invio delle informazioni richieste dalla Corte penale internazionale, in relazione al caso di Osama Njeem Almasri. La Corte ha avviato un procedimento di accertamento nei confronti dell’Italia, ritenuta inadempiente per non aver consegnato il generale libico, arrestato il 19 gennaio. La Camera preliminare della Corte ha chiesto chiarimenti sul motivo della mancata consegna e ha invitato il governo a fornire spiegazioni riguardo alla perquisizione e al sequestro di materiali in suo possesso. La scadenza per l’invio della documentazione era fissata per oggi, ma ora il governo ha chiesto più tempo per rispondere.

La richiesta di proroga si inserisce in un contesto di indagini avviate dal Tribunale dei ministri, che ha aperto un fascicolo su alcuni membri del governo, tra cui la premier Giorgia Meloni, il sottosegretario alla sicurezza Alfredo Mantovano e i ministri della Giustizia Carlo Nordio e dell’Interno Matteo Piantedosi. Queste indagini sono state avviate a seguito di un esposto presentato dall’avvocato Luigi Li Gotti, il quale ha denunciato presunti reati di favoreggiamento e peculato legati al caso Almasri.

Il caso di Osama Njeem Almasri

Osama Njeem Almasri, ex comandante della prigione di Mitiga, è accusato dalla Corte penale internazionale di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Il suo arresto è avvenuto il 19 gennaio, quando è stato fermato in un albergo a Torino, dove era giunto dalla Germania. La Corte dell’Aja aveva emesso un mandato d’arresto nei suoi confronti il giorno prima, a seguito di una richiesta del procuratore dell’organismo internazionale. Dopo l’arresto, Almasri ha trascorso due notti nel carcere torinese delle Vallette.

Tuttavia, il 21 gennaio la Corte d’Appello di Roma ha deciso di non convalidare l’arresto, poiché il ministro della Giustizia non era stato avvisato prima dell’operazione. Nello stesso giorno, Almasri è stato rimpatriato in Libia a bordo di un volo speciale dei servizi segreti italiani. Questo rimpatrio ha sollevato diverse polemiche e ha portato a una denuncia formale da parte dell’avvocato Li Gotti contro i membri del governo per favoreggiamento e peculato.

Le reazioni politiche e le conseguenze

La notizia dell’indagine ha scatenato un acceso dibattito politico in Italia. La premier Giorgia Meloni ha comunicato sui social di essere indagata per favoreggiamento e peculato, insieme ai ministri Nordio e Piantedosi, e al sottosegretario Mantovano. Questo annuncio ha provocato reazioni forti da parte delle opposizioni, che hanno chiesto al governo di riferire in Parlamento riguardo alla vicenda.

I ministri Piantedosi e Nordio hanno cercato di giustificare il rimpatrio di Almasri, sostenendo che fosse considerato pericoloso. Tuttavia, le loro spiegazioni non hanno convinto le opposizioni, che hanno continuato a chiedere chiarimenti. Nel frattempo, la Corte penale internazionale ha richiesto ulteriori informazioni sulle procedure che hanno portato alla liberazione e al trasferimento di Almasri in Libia.

Il Tribunale dei ministri ha avviato un’indagine per ricostruire gli eventi che hanno portato all’arresto e al rimpatrio del generale. I magistrati stanno acquisendo documentazione dai ministeri della Giustizia e dell’Interno per chiarire la situazione. Le indagini del Tribunale hanno un termine di 90 giorni, con possibilità di proroga, e potrebbero concludersi con un’archiviazione o con l’invio del fascicolo in procura per richiedere l’autorizzazione a procedere nei confronti degli indagati.