Un dramma di più di ottant’anni si conclude con un risarcimento significativo per i familiari di un soldato italiano che ha sofferto a causa degli eventi della Seconda Guerra Mondiale. La cifra di 300mila euro, riconosciuta dal ministero dell’Economia e delle Finanze italiano, rappresenta non solo un indennizzo per i danni subiti ma è anche un simbolo della memoria storica di eventi che ancora oggi segnano le generazioni. Questa somma è stata stabilita dopo lunghe vicissitudini legali, in un contesto di rivendicazioni storiche da parte di chi ha vissuto direttamente o indirettamente gli orrori del conflitto.
Il contenzioso legale e la sentenza del Tribunale civile
L’inizio della vicenda legale risale a molto tempo fa, precisamente al 2019, quando la famiglia del militare, arrestato il 9 settembre 1943 dalle forze tedesche, decise di rivendicare i propri diritti davanti al Tribunale Civile. Questo militare, come accadeva a molti altri soldati italiani, si trovò catapultato in una situazione di caos, seguito alla fuga del re Vittorio Emanuele III e del maresciallo Badoglio, eventi che destabilizzarono le forze armate italiane. La sentenza emessa dal Tribunale civile, che riconobbe un risarcimento di 139.369,62 euro oltre alle spese legali e agli interessi, rappresentò una prima vittoria per la famiglia.
Tuttavia, nonostante il verdetto favorevole, la somma rimase bloccata in un limbo burocratico per diversi anni. La Repubblica Federale di Germania, condannata a risarcire, non aveva provveduto a farlo, lasciando la situazione in sospeso, una condizione frustrante per i familiari del soldato. Il contesto complicato e la distanza temporale legata agli eventi del secondo conflitto mondiale aggiunsero complessità al recupero di questa somma.
L’istituzione del Fondo per le vittime dei crimini di guerra
Nel 2022 un cambiamento significativo avvenne con l’istituzione da parte del governo Draghi di un Fondo destinato al ristoro dei danni subiti dalle vittime dei crimini di guerra e contro l’umanità. Questo fondo, gestito dal ministero dell’Economia, mirava a risarcire coloro che avevano subito lesioni ai propri diritti inviolabili, a causa di atti perpetrati dalle forze del Terzo Reich sul suolo italiano, fra il 1 settembre 1939 e l’8 maggio 1945.
L’atto di riconoscimento di responsabilità da parte del governo italiano è un passo importante per affrontare le conseguenze storiche di un periodo tragico. La situazione complessiva richiedeva una risposta che andasse oltre il merito individuale del contenzioso, poiché l’Italia aveva già affrontato un accordo con la Germania nel 1961, ricevendo 80 milioni di marchi per affrontare richieste future di questo tipo. Questo passato di trattative e risarcimenti ha reso la questione ancora più delicata e complessa, con ripercussioni dirette sulle richieste di giustizia da parte dei familiari delle vittime.
L’esito finale: il versamento del risarcimento
Nel 2023, in seguito a un’istanza di accesso al Fondo presentata dalla famiglia del soldato, la situazione ha ricevuto finalmente una svolta. Il passaggio di un anno, prima del ricevimento dell’approvazione dal Tesoro, ha evidenziato i rallentamenti burocratici che hanno caratterizzato la vicenda. Quando le tempistiche si sono protratte oltre le aspettative, i familiari si sono rivolti al Tar del Veneto, chiedendo un intervento decisivo.
Il Tar ha accolto la richiesta, ordinando al ministero di dare esecuzione alla sentenza del Tribunale Civile. Questa decisione ha costretto il ministero dell’Economia a procedere con il versamento della somma finale di 307.028,04 euro, comprendente le spese legali e gli interessi maturati nel corso degli anni. Per i familiari del militare, il riconoscimento del risarcimento non rappresenta solo un aspetto economico, bensì un atto di giustizia e memoria per un dolore che ha attraversato generazioni.