Sardegna, l’autonomia speciale deve tornare a essere strumento di governo attivo

I Riformatori sardi chiedono un rilancio dell’autonomia speciale, proponendo mozioni su acque pubbliche, energia e valorizzazione culturale per stimolare crescita e sviluppo nell’isola.
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L’autonomia speciale della Sardegna, una risorsa preziosa per l’isola, sta vivendo un momento di stallo secondo i rappresentanti dei Riformatori sardi. Durante una conferenza stampa tenutasi di recente, i membri del partito hanno espresso la necessità di trasformare questo strumento in un’applicazione concreta e strategica. Al centro della discussione ci sono tre mozioni chiave che affrontano questioni fondamentali come le acque pubbliche, l’energia e la valorizzazione dei beni culturali.

Le mozioni strategiche dei Riformatori sardi

I Riformatori, capitanati da Umberto Ticca, hanno presentato tre mozioni che si vanno ad aggiungere a quella già proposta sulla continuità territoriale. Questo gruppo politico si propone di rimettere al centro dell’agenda regionale temi di importanza vitale per la crescita e lo sviluppo dell’isola. Ticca, Salaris e Fasolino, insieme al responsabile del Dipartimento per l’insularità Michele Cossa, chiedono un approccio proattivo per valorizzare non solo l’autonomia ma anche i diritti e le prerogative della Sardegna.

Ticca ha chiarito che è fuorviante considerare l’autonomia speciale come un semplice strumento burocratico. Secondo i Riformatori, l’autonomia deve generare leggi e politiche concrete, con un impatto diretto sulla vita quotidiana dei cittadini. Affrontare questioni come la gestione delle acque pubbliche e della transizione energetica è cruciale se si desidera rispondere adeguatamente alle sfide moderne.

Necessità di una nuova cultura politica

Un punto fondamentale sollevato dai rappresentanti del partito consiste nella necessità di un cambiamento nella cultura politica. Gli esponenti dei Riformatori intendono che l’autonomia non venga più vista come una scusante per l’immobilismo, ma come un’opportunità per l’avanzamento socio-economico. Si richiede un rinnovamento delle politiche da attuare nel rispetto della Carta costituzionale, come ripetutamente evidenziato dalle pronunce della Corte costituzionale.

Sulla questione delle acque pubbliche, i Riformatori sostengono che è essenziale chiarire le funzioni e le responsabilità della regione, insieme a dettagli sulla titolarità del demanio e le relative attribuzioni. La gestione dell’energia deve anch’essa subire un cambio di rotta, con una pianificazione mirata alla transizione energetica e un uso razionale delle risorse locali.

Valorizzazione del patrimonio culturale

La valorizzazione del patrimonio culturale rappresenta un ulteriore tema cruciale discusso dagli esponenti del partito. Si riconosce l’urgenza di rafforzare l’autonomia regionale nella promozione di risorse culturali come il patrimonio archeologico e i monumenti nuragici. Gli esponenti hanno messo in evidenza come la Sardegna occupi una posizione arretrata rispetto ad altre regioni speciali, in particolare il Trentino Alto Adige, nel numero di norme di attuazione dello Statuto.

Cossa ha evidenziato che, con sole 31 norme adottate, la Sardegna deve necessariamente impegnarsi per colmare questo divario. È da questo punto di vista che l’autonomia può dare un contributo decisivo al processo di sviluppo, creando così opportunità per il futuro dell’isola e migliorando la qualità della vita dei suoi abitanti.

Un invito all’azione

In conclusione, la richiesta dei Riformatori è chiara: la Sardegna deve evitare di cadere nel vittimismo e, al contrario, deve affermarsi come protagonista attiva. Dimostrare la capacità di sviluppare un modello sostenibile e innovativo è fondamentale per il futuro. Si invita quindi a unire le forze per riscoprire il potere dell’autonomia speciale e per intraprendere un percorso di crescita e sviluppo duraturo. L’autonomia della Sardegna, a detta degli esponenti del partito, può e deve diventare un motore di cambiamento reale.