Scuole di Montevarchi in protesta contro regolamento sulle mense: un menù ridotto per i morosi

Le scuole di Montevarchi si oppongono al nuovo regolamento comunale sui pasti, difendendo il diritto all’istruzione e criticando la gestione dei debiti da parte dell’amministrazione locale.
Scuole di Montevarchi in protesta contro regolamento sulle mense: un menù ridotto per i morosi Scuole di Montevarchi in protesta contro regolamento sulle mense: un menù ridotto per i morosi

Le scuole statali di Montevarchi, in provincia di Arezzo, si sono opposte con fermezza all’applicazione del nuovo regolamento comunale riguardante i pasti nelle mense scolastiche. Questo regolamento prevede un menù alternativo per gli alunni delle famiglie morose, ridotto a una semplice merenda con pane e olio d’oliva, nota come “fettunta“. Nonostante il tentativo dell’amministrazione di recuperare i debiti, le istituzioni scolastiche si schierano in difesa del diritto allo studio.

La posizione delle scuole: il diritto allo studio in discussione

L’incontro tra i membri dei consigli di istituto delle scuole di Montevarchi ha generato un acceso dibattito sulla questione del servizio mensa. Lunedì sera, durante riunioni straordinarie, i rappresentanti della scuola “Magiotti” hanno approvato all’unanimità un documento in cui si afferma che la mensa è parte integrante del monte ore scolastico e, di conseguenza, è un diritto tutelato dalla Costituzione italiana. Questo messaggio è chiaro e diretto: le scuole si oppongono all’idea che la mancanza di pagamento da parte di alcune famiglie possa influire sul diritto all’istruzione degli studenti.

Inoltre, il consiglio della “Magiotti” ha messo in evidenza la necessità di una distinzione di ruoli tra scuola e Comune, sottolineando che il Comune deve gestire la fornitura del servizio di mensa e occuparsi del recupero dei crediti. Dalla stessa parte si è schierato anche il consiglio di un’altra scuola, la “Mochi“, che ha espresso il proprio disaccordo in una lettera ufficiale inviata all’amministrazione comunale. È evidente che il malcontento sia radicato tra gli istituti di Montevarchi, un segnale che le decisioni prese dall’amministrazione comunale stanno suscitando preoccupazione e resistenza.

Il punto di vista dell’amministrazione comunale: necessità di recupero fondi

Silvia Chiassai Martini, sindaca di Montevarchi e leader di una giunta di centrodestra, ha giustificato l’adozione del nuovo regolamento come una misura necessaria per fronteggiare un bilancio comunale in difficoltà. Con un buco che ha raggiunto i 85.000 euro solo nel secondo quadrimestre, dovuto ai pasti non pagati, la sindaca ha affermato che l’amministrazione sta solo cercando di risolvere un problema finanziario.

Chiassai Martini ha anche sottolineato che il provvedimento non riguarda le famiglie già esentate dal pagamento a causa di un reddito ISEE basso, chiarendo che le critiche ricevute da diversi partiti – tra cui il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verde e Sinistra – sono infondate. “Abbiamo atteso per cinque mesi prima di intervenire”, ha affermato, evidenziando che l’insolvenza si era ridotta drasticamente da 85.000 a 6.000 euro grazie alle sollecitazioni ai genitori. Tuttavia, continuano a permanere 13 famiglie con debiti considerevoli.

Le reazioni politiche: accuse di crudeltà e populismo

La questione ha inevitabilmente sollevato reazioni tra le forze politiche locali. Il Partito Democratico ha accusato la giunta di destra di prendere misure contro i bambini, definendo la scelta dell’amministrazione come una decisione “tremenda”. Anche il Movimento 5 Stelle ha preso posizione, con Quartini che ha parlato di un “gesto meschino”, mentre Zanella di Alleanza Verde e Sinistra ha definito la situazione come una forma di “crudeltà che genera ghetti”.

Chiassai Martini ha risposto con fermezza alle accuse, evidenziando come il regolamento della precedente giunta di sinistra fosse ancor più draconiano, negando del tutto il pasto a chi non pagava. A suo avviso, l’attuale approccio è volto a risolvere un problema di fattibilità economica, cercando di evitare il ripetersi di situazioni di insolvenza simili a quelle passate, che avevano provocato un buco di 500.000 euro.

La controversia sulla mensa scolastica di Montevarchi rimane, pertanto, al centro di uno scontro più ampio che coinvolge il diritto all’istruzione, la gestione economica e le responsabilità del Comune. Le scuole e l’amministrazione sembrano essere su posizioni sempre più distanti, e resta da vedere come si risolverà questa situazione delicata.