Nella Camera dei Deputati si è tenuta la discussione sulla mozione di sfiducia contro Daniela Santanché, ministra del Turismo, alimentando un acceso confronto tra le forze politiche. La ministra, al termine degli interventi, ha lasciato l’Aula senza replicare, incorrendo nelle ire di numerosi deputati dell’opposizione, che hanno espresso il proprio disappunto con un coro di “Vergogna!” soprattutto dai banchi del Movimento 5 Stelle. L’incidente ha sollevato interrogativi sulle modalità di gestione della seduta e i regolamenti interni, con Fabio Rampelli, vicepresidente di turno, che ha ricordato ai colleghi la possibilità di prenotare una replica per la prossima assise.
Senza una data precisa per il voto
Attualmente il voto sulla mozione di sfiducia non ha ancora una data stabilita. L’Aula di Montecitorio ha mostrato un significativo vuoto, con solo pochi membri della maggioranza presenti a sostenere la ministra. A fianco di Santanché sedevano, tra gli altri, Nello Musumeci e Luca Ciriani, oltre alla sottosegretaria Vannia Gava. I banchi del Partito Democratico erano occupati dalla segretaria Elly Schlein e dal leader M5s Giuseppe Conte, ma la maggior parte dei deputati di Fratelli d’Italia era assente, segnalando una potenziale lacerazione interiore tra le varie forze politiche al governo.
La crisi della maggioranza e le critiche dell’opposizione
Le assenze dei parlamentari di maggioranza non sono passate inosservate agli occhi dei membri dell’opposizione, che hanno sottolineato la situazione come un segno evidente di divisione e fragilità all’interno della compagine governativa. “Sostenere in Aula la ministra sembra un compito svolto solo da alcuni martiri di Fratelli d’Italia,” ha commentato ironicamente Federico Gianassi del Pd. Le dichiarazioni dei parlamentari dell’opposizione, come quelle di Toni Ricciardi, hanno evidenziato come la presenza ridotta dei membri della maggioranza rappresenti una difesa debole della ministra e l’imminente abbandono di supporto da parte di Forza Italia e della Lega.
Gli interventi in Aula: le voci di M5s, Pd e Avs
Sono stati sette i parlamentari che si sono iscritti a prendere la parola, e tutti provenienti dai gruppi di M5s, Pd e Alleanza Verdi e Sinistra. Spiccava la presenza di Vittoria Baldino, che ha introdotto il testo della mozione, seguita da interventi critici di diversi esponenti. Durante il dibattito, i relatori hanno messo in discussione il ruolo della ministra, suggerendo che il suo operato non fosse all’altezza delle aspettative e relativamente al suo operato rispetto ad altre figure di spicco del governo.
La posizione della Lega e la reazione di Carlo Calenda
Matteo Salvini, leader della Lega, ha sostenuto la posizione che una persona rimane considerata innocente fino a una condanna definitiva e ha messo in discussione la necessità di dimissioni immediate in caso di avvisi di garanzia. In contrasto, il leader di Azione, Carlo Calenda, ha affermato di sostenere la mozione di sfiducia, sebbene prevedesse che questa would be respinta, rafforzando così la posizione del governo e rendendo il dibattito parlamentare un esercizio di potere piuttosto che un confronto costruttivo.
La drammatica assenza di rappresentanza da parte della maggioranza, unita alle pestilenti polemiche in atto, segna un momento cruciale per il governo e la ministra Santanché, il cui futuro politico sembra ora più incerto che mai.