La composizione del nuovo pacchetto di quattro giudici costituzionali eletti dal Parlamento ha sollevato discussioni. Tra i nominati figura soltanto una donna, Maria Alessandra Sandulli, mentre le altre tre posizioni restano occupate da uomini. Questo scenario porta a interrogarsi sulla mancanza di una maggiore rappresentanza femminile in cariche così significative, specialmente considerando l’importanza del loro contributo in ambito giuridico e istituzionale.
Il parere di Cesare Mirabelli sulla situazione attuale
Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte costituzionale, ha espresso le sue considerazioni all’Adnkronos, affermando che il Parlamento avrebbe potuto impegnarsi più attivamente per garantire una rappresentanza femminile equilibrata. Nonostante il suo apprezzamento per l’operato dei legislatori, ha comunque sottolineato come sia fondamentale prendere in considerazione la questione di genere, osservando che il Parlamento sembra essere influenzato da diversi equilibri interni.
Mirabelli si è poi interrogato sul perché, di fronte a quattro posti vacanti, sia mancata una mobilitazione trasversale da parte delle parlamentari per sostenere la candidatura di almeno due donne. A questo punto, ha lanciato una battuta ironica sottolineando che, nonostante la presenza di donne in posizioni di guida, come la presidente del Consiglio e la capo-partito dell’opposizione, il risultato finale non riflette una coerente rappresentanza femminile.
L’inerzia delle parlamentari e il ruolo delle donne nel sistema politico
La constatazione di Mirabelli riguardo all’inerzia delle rappresentanti femminili solleva interrogativi importanti. Chiede un chiarimento diretto alle parlamentari stesse riguardo alle dinamiche della loro mancata coalizione. Tuttavia, il giudice emerito ha voluto enfatizzare come le donne, benché possano incontrare ostacoli significativi, dimostrano grande professionalità e capacità politica, guadagnando spazio nella sfera pubblica. Questo è un aspetto fondamentale per la crescita della democrazia e della giustizia sociale.
Un punto cruciale che Mirabelli ha evidenziato riguarda le difficoltà di molte donne, che spesso bilanciano ruoli professionali e impegni familiari, affrontando un onere educativo maggiore. Questo fattore influisce sulla loro disponibilità e visibilità in contesti di potere, creando una disparità rispetto ai loro colleghi maschi. La testimonianza di Mirabelli si unisce così alla narrazione di tante donne, che si trovano a gestire carriere e responsabilità domestiche in modo simultaneo, senza ricevere un adeguato riconoscimento sociale.
Il ricordo di Fernanda Contri e il valore della diversità
Mirabelli ha fatto anche riferimento a Fernanda Contri, ricordando come sia stata tra le prime donne a ricoprire un incarico alla Corte costituzionale. La sua esperienza non è stata priva di sfide, come dimostra la campagna di stampa che la criticava per non aver soddisfatto i requisiti minimi stabiliti dalla Costituzione, in merito all’esperienza professionale. Mirabelli, tuttavia, ha rimarcato che dovrebbero essere inclusi anche gli anni di pratica legale, anche se Contri non era un’accademica.
Ricordando il suo stesso ruolo in questo dibattito, Mirabelli ha sottolineato come Contri fosse una figura di equilibrio e competenza, capace di mantenere un dialogo costruttivo anche in situazioni difficili. Ha così messo in luce l’importanza delle donne non solo per le loro competenze tecniche, ma anche per le loro qualità relazionali, che possono arricchire le dinamiche di gruppo.
La narrazione di Mirabelli si amplia, includendo altre donne che, nei loro ambiti di competenza, offrono un sostegno e un contributo significativo, evidenziando come la diversità in ambito giuridico e istituzionale rappresenti un valore imprescindibile.