Luca Casarini, capomissione di Mediterranea Saving Humans, è stato oggetto di spionaggio informatico a partire da febbraio 2024. Questa rivelazione proviene da un’analisi condotta dall’ong in collaborazione con Citizen Lab, un laboratorio di ricerca con sede a Toronto. Gli esperti avvertono che le informazioni emerse sono solo la punta dell’iceberg di un’operazione di sorveglianza molto più ampia. L’indagine ha messo in luce dettagli inquietanti riguardo l’uso di software di sorveglianza, sollevando interrogativi sul coinvolgimento di agenzie governative e sull’uso di tecnologie avanzate per monitorare attivisti e figure pubbliche.
Dettagli dell’analisi condotta da Citizen Lab
L’analisi del telefono di Luca Casarini ha rivelato che nel febbraio 2024, prima dell’individuazione di un attacco noto come “warm Graphite“, un’entità non identificata ha tentato di forzare gli account del capomissione. Il report di Citizen Lab sottolinea che questo attacco è stato condotto con un approccio sofisticato, seguendo un protocollo di sorveglianza ben definito. L’obiettivo finale di queste operazioni sembra essere il passaggio da uno spyware a strumenti di sorveglianza militare più avanzati, come Graphite.
Il report evidenzia che l’attacco informatico ha avuto come obiettivo non solo Casarini, ma anche altre figure di spicco, tra cui l’armatore Beppe Caccia e il direttore di Fanpage.it, Francesco Cancellato. La polizia penitenziaria, l’unico corpo che non ha smentito di avere accesso a questo tipo di tecnologia, è al centro delle indagini. Il governo ha scelto di mantenere il segreto di Stato su molte delle interrogazioni sollevate dalle opposizioni, alimentando ulteriormente le speculazioni sul coinvolgimento di agenzie governative.
Le implicazioni dello spionaggio informatico
L’indagine si concentra su due momenti chiave: il tentativo di compromissione del profilo di Casarini e le modalità attraverso cui è stata condotta l’operazione di spionaggio. Secondo il report, le tecniche di social engineering sono state utilizzate per creare profili falsi e inviare comunicazioni ingannevoli, con l’intento di ottenere informazioni sensibili. Queste operazioni mirano a stabilire contatti con le persone vicine alla vittima, aumentando il rischio di esposizione a malware e altre forme di sorveglianza.
Citizen Lab avverte che la presenza di Graphite, rilevata nel telefono di Casarini a partire da novembre 2024, indica chiaramente che solo agenzie governative possono avere accesso a tale tecnologia. L’analisi dell’attacco potrebbe rivelare ulteriori dettagli sulla sorgente e sulla società privata responsabile dello spionaggio, nonché sull’eventuale committente dell’operazione. La scoperta di queste informazioni è cruciale per comprendere la portata dell’operazione di sorveglianza e per garantire la protezione dei diritti degli attivisti coinvolti.
La risposta della comunità e le prospettive future
La comunità di attivisti e i sostenitori dei diritti umani stanno seguendo con attenzione l’evoluzione di questa vicenda. Gli esperti sottolineano l’importanza di prendere sul serio gli attacchi informatici come quello subito da Casarini, poiché possono indicare un monitoraggio governativo esteso e un tentativo di controllo su individui e gruppi di opposizione. La tempestiva comunicazione di Meta riguardo l’attacco è stata vista come un passo positivo, ma la necessità di un’indagine approfondita rimane cruciale.
La situazione attuale evidenzia la crescente preoccupazione per la privacy e la sicurezza degli attivisti, in un contesto in cui le tecnologie di sorveglianza diventano sempre più sofisticate. La rivelazione di questi attacchi non solo mette in luce le vulnerabilità degli individui, ma solleva anche interrogativi etici e legali sul monitoraggio delle comunicazioni e sulla protezione dei diritti fondamentali. Con l’analisi in corso, gli esperti avvertono che le scoperte future potrebbero rivelare un quadro molto più complesso e preoccupante di quanto attualmente percepito.