Il Consiglio regionale della Toscana ha dato il via libera alla proposta di legge di iniziativa popolare riguardante le procedure e i tempi per l’assistenza sanitaria al suicidio medicalmente assistito, in ottemperanza alla sentenza della Corte Costituzionale numero 242 del 2019. Questa decisione segna un momento storico per la regione, che diventa la prima in Italia a legiferare in materia di fine vita. La legge ha ricevuto l’approvazione dai partiti di governo, inclusi il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle, Italia Viva e il gruppo Misto-Merito e Lealtà, mentre Forza Italia, Fratelli d’Italia e la Lega si sono opposti. È da notare l’assenza della consigliera De Robertis durante il voto.
I promotori e la raccolta firme
Fondamentale per l’iter legislativo è stata la spinta dell’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, che ha presentato la proposta il 14 marzo 2024, accompagnata da oltre 10.000 firme autenticate. Questo significativo supporto ha permesso di avviare un percorso che ha visto la proposta passare attraverso un attento esame in Commissione Sanità, prima di arrivare al voto dell’Assemblea. La mobilitazione della società civile ha avuto un ruolo cruciale nel sostenere la causa e nel fornire legittimità alla necessità di una legge che regoli l’assistenza per il suicidio assistito.
L’illustrazione della proposta
Durante la seduta, il presidente della Commissione Sanità, Enrico Sostegni , ha presentato la proposta all’Assemblea, evidenziando gli sforzi compiuti per risolvere questioni di legittimità e praticabilità già sollevate in precedenti discussioni. Sostegni ha lavorato a modifiche e miglioramenti al testo originale, cercando di offrire un impianto normativo che rimanesse aderente alla competenza legislativa delle Regioni. Questo sforzo ha portato a un testo che si concentra su un’organizzazione procedimentale, riducendo al minimo le incertezze legate all’applicazione della legge.
Necessità di un intervento legislativo
La Corte Costituzionale ha evidenziato l’urgenza di un intervento normativo da parte del Parlamento, ancora assente, richiedendo una regolamentazione specifica per la materia attraverso due sentenze, una del 2019 e una più recente nel 2024. Questi provvedimenti hanno portato alla definizione dei requisiti necessari per accedere al suicidio medicalmente assistito, evidenziando che le Aziende sanitarie hanno operato in modo autonomo per fare fronte a procedimenti autorizzati dalle suddette sentenze.
Un intervento coordinato a livello regionale
Sostegni ha spiegato l’importanza di creare un protocollo omogeneo per garantire assistenza sanitaria uniforme in questi casi complessi, contrastando le modalità disparate adottate dalle singole Aziende sanitarie. Il nuovo impianto normativo non solo definisce le procedure, ma si occupa anche della sostenibilità economica dei trattamenti necessari per il suicidio assistito. Fino ad ora, tali costi gravavano sui familiari, mentre la legge prevede che saranno a carico del sistema sanitario, con una spesa annuale non superiore ai 10.000 euro.
Diritti e procedure per il suicidio assistito
La proposta ha come obiettivo primario quello di garantire un’assistenza sanitaria adeguata a chi decidesse di intraprendere il percorso del suicidio assistito, rispettando i principi distinti dalla sentenza della Corte Costituzionale. La legge afferma che il diritto a ricevere il trattamento è inalienabile e non può essere soggetto a condizioni restrittive diverse da quelle delineate nella proposta. Sono stati stabiliti requisiti specifici per accedere alla pratica, con particolare attenzione alla volontà individuale dei pazienti.
Creazione di una Commissione medica e tempistiche
Il testo della legge prevede anche la formazione di una Commissione medica multidisciplinare all’interno delle Aziende sanitarie locali. Questo organo avrà il compito di garantire il supporto e le risorse indispensabili per l’attuazione della procedura di suicidio assistito. Inoltre, il testo stabilisce che l’intero processo dovrà concludersi entro un periodo di venti giorni, ponendo attenzione alla gratuità delle prestazioni sanitarie. Potranno richiedere il suicidio assistito le persone affette da malattie irreversibili e in condizioni di sofferenza insostenibile, capaci di prendere decisioni autonome e che esplicitano chiaramente il loro proposito.