Venezuela: famiglie protestano per i diritti dei prigionieri politici isolati

In Venezuela, familiari di prigionieri politici protestano per denunciare l’isolamento e le condizioni disumane dei detenuti, chiedendo giustizia e accesso a cure mediche adeguate.
Venezuela: famiglie protestano per i diritti dei prigionieri politici isolati Venezuela: famiglie protestano per i diritti dei prigionieri politici isolati

In Venezuela, le lotte per la giustizia continuano a prendere forma in un clima di crescente repressione. Recentemente, un gruppo di familiari e sostenitori di prigionieri politici ha manifestato davanti all’ufficio del Difensore civico di Caracas, un’istituzione sotto il controllo del governo chavista di Nicolás Maduro. Questa mobilitazione si è concentrata sulla richiesta di porre fine all’isolamento dei dissidenti, molti dei quali sono rinchiusi in carcere senza alcun diritto di visita o accesso a legali difensori.

La richiesta di giustizia per Rocío San Miguel

Rocío San Miguel, un’importante attivista per i diritti umani e direttrice dell’organizzazione non governativa Control Ciudadano, è attualmente in isolamento da un anno. La sua situazione è stata oggetto di preoccupazione, in particolare dopo un incidente che le ha procurato la frattura di un braccio, costringendola a richiedere un intervento chirurgico. Gli avvocati di San Miguel hanno presentato un’istanza alla giustizia per ottenere una misura umanitaria che le permetta di ricevere adeguate cure mediche da personale di fiducia. Tuttavia, i difensori lamentano la mancanza di accesso al fascicolo del caso e l’impossibilità di farle visita.

La storia di Rocío non è un caso isolato, ma rispecchia le esperienze di molti altri prigionieri politici in Venezuela. Le autorità del regime, infatti, spesso impongono difensori d’ufficio che non contestano le decisioni del governo, privando i detenuti di un legittimo supporto legale.

La protesta davanti all’ufficio del Difensore civico

Durante la manifestazione di Caracas, i membri del Comitato per la libertà dei prigionieri politici hanno esposto striscioni e cartelli per denunciare le condizioni disumane di detenzione. “I nostri cari sono sottoposti a un isolamento inaccettabile. Non possiamo incontrarli, non possono contattare il mondo esterno. Questa situazione è considerata tortura. Continueremo a lottare per i loro diritti“, hanno dichiarato con fermezza i familiari, numerosi attratti da questo richiamo alla giustizia. La maggior parte di loro sono donne, mogli e madri che, attraverso i social media, affinano la loro voce per far conoscere la situazione disperata dei loro cari.

I volti dietro le sbarre: testimonianze toccanti

Nel corso della manifestazione, sono emersi anche i volti di altri politici imprigionati. Américo de Grazia, ex deputato italo-venezuelano, non riceve visite da più di sei mesi, mentre Freddy Superlano ha vissuto 196 giorni in isolamento e senza accesso alla difesa legale, come testimoniato da sua moglie, Aurora Silva. La mancanza di un processo equo è palpabile in queste situazioni: né De GraziaSuperlano, così come decine di altri, hanno mai avuto udienze preliminari per le accuse vaghe di “terrorismo” che pendono su di loro.

La realtà che vivono queste persone evidenzia una violazione sistematica dei diritti umani nel paese. Per le famiglie e i sostenitori, il viaggio verso la giustizia è caratterizzato da speranza ma anche da una dura realtà di isolamento e silenzio imposto.

Attraverso le loro azioni e le loro parole, i familiari stanno cercando di rompere questo silenzio. “Non ci fermeremo fin quando non rivedremo i nostri cari liberi e in salute”, è il messaggio che risuona nelle loro dichiarazioni e nelle loro manifestazioni. La determinazione di queste famiglie sottolinea la resilienza della società civile venezuelana di fronte a un’ingiustizia diffusa.