Il dramma di Mirella Serattini: interrogazione in Regione sul caso dei danni da filler

Mirella Serattini, giornalista di Modena, denuncia complicanze gravi dopo un intervento estetico del 2006. Il consigliere Marco Mastacchi interroga il Policlinico per chiarimenti sulla sicurezza dei trattamenti.
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Il dramma di Mirella Serattini: interrogazione in Regione sul caso dei danni da filler - unita.tv

La vicenda di Mirella Serattini, giornalista colpita da gravi complicanze dopo un intervento di estetica, ha sollevato interrogativi e preoccupazioni in Regione. Il consigliere Marco Mastacchi ha presentato un’interrogazione per chiedere chiarimenti al Policlinico di Modena e al suo Centro di riferimento regionale per le complicanze da filler. Questo caso, che risale ai primi anni Duemila, è tornato alla ribalta, evidenziando le problematiche legate alla sicurezza dei trattamenti estetici e alla responsabilità delle strutture sanitarie.

La storia di Mirella Serattini e il primo intervento

Mirella Serattini ha raccontato la sua esperienza in un’intervista al Corriere di Bologna, esprimendo il suo profondo rammarico per i danni subiti a causa di un trattamento estetico effettuato nel 2006. La giornalista si era rivolta al dottor Stefano Stracciari per un intervento che si è rivelato disastroso. Stracciari, recentemente tornato sotto i riflettori per indagini su lesioni in ambito sanitario e per l’uso di materiali vietati, aveva iniettato olio di silicone, una sostanza bandita in Italia dal 1993. Questo intervento ha causato a Serattini complicanze significative, portandola a cercare aiuto presso il Policlinico di Modena.

La situazione si è aggravata nel tempo, tanto che la giornalista ha affermato di non poter più sorridere a causa delle conseguenze del trattamento. La sua denuncia ha già portato Stracciari a essere accusato di lesioni colpose gravissime, ma la questione non si è fermata qui. Serattini ha cercato di risolvere i danni subiti rivolgendosi al Centro di riferimento regionale per le complicanze da filler, ma ha riferito di aver subito ulteriori danni durante il trattamento.

L’interrogazione del consigliere Marco Mastacchi

La storia di Mirella Serattini ha attirato l’attenzione del consigliere regionale Marco Mastacchi, che ha presentato un’interrogazione per chiedere chiarimenti al Policlinico di Modena e al suo Centro di riferimento. Mastacchi ha sollevato interrogativi sulla gestione del caso e sull’efficacia dei trattamenti proposti. La risposta iniziale dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena ha cercato di chiarire la situazione, esprimendo comprensione per il “dramma umano” della paziente.

L’Azienda ha sottolineato che Serattini si era sottoposta a un trattamento che, secondo le promesse ricevute, avrebbe dovuto essere “innovativo e senza cicatrici”. Tuttavia, i risultati non hanno soddisfatto le aspettative, portando la paziente a lamentare ulteriori danni. L’Azienda ha spiegato che il trattamento proposto si basa su un approccio integrato, ma ha anche avvertito che non è possibile garantire la completa risoluzione delle complicanze, specialmente considerando il quadro clinico già compromesso della paziente.

L’approccio del Policlinico e le procedure di consenso informato

Il Policlinico di Modena ha chiarito che il suo Centro per le complicanze da filler adotta un approccio integrato, combinando chirurgia e laser. Tuttavia, l’efficacia di questo trattamento dipende da vari fattori clinici e dalla reazione dei tessuti. La struttura ha anche evidenziato l’importanza del consenso informato, che viene fornito dopo un attento esame clinico e, se necessario, un’ecografia per valutare la situazione dei tessuti.

Il consigliere Mastacchi ha messo in discussione la completezza e l’adeguatezza del consenso informato ricevuto da Serattini, chiedendo chiarimenti sull’efficacia del trattamento laser Eufoton e sui protocolli adottati. La risposta ufficiale all’interrogazione è attesa nei prossimi giorni, ma Mastacchi ha già sottolineato l’importanza di fornire informazioni chiare e trasparenti ai cittadini, non solo per sostenere Serattini, che ha sviluppato tre malattie autoimmuni a causa del trattamento, ma anche per garantire la sicurezza di tutti coloro che si rivolgono a strutture sanitarie per interventi estetici.