La procreazione medicalmente assistita è un tema di crescente rilevanza in Italia, dove le tecniche disponibili e il loro utilizzo stanno evolvendo rapidamente. Antonio Pellicer, professore di Ostetricia e Ginecologia all’Università di Valencia e fondatore dell’Istituto Valenciano di Infertilità , ha recentemente commentato i dati della Relazione 2024 sullo stato di attuazione della legge 40/2004, evidenziando l’importanza di garantire l’accesso alle tecnologie più efficaci per le coppie che desiderano avere figli.
L’andamento della procreazione medicalmente assistita in Italia
Secondo Pellicer, nel 2022 in Italia sono stati effettuati circa 87.000 trattamenti di PMA, segnando un lieve incremento rispetto all’anno precedente. Questo dato è significativo, poiché riflette un cambiamento nelle abitudini delle coppie italiane, che tendono a posticipare la decisione di avere figli. L’età media delle donne che ricorrono alla PMA si attesta intorno ai 37 anni, un fattore che può influenzare le probabilità di successo dei trattamenti. Pellicer sottolinea che questo trend è il risultato di mutamenti sociali e culturali, che portano le coppie a pianificare la genitorialità in età più avanzata.
Tecniche di PMA e tassi di successo
Le tecniche di PMA sono diverse e offrono risultati variabili. Pellicer spiega che l’utilizzo di gameti della coppia nella fecondazione in vitro può garantire un tasso di successo del 93% se si dispone di tre embrioni sani. Tuttavia, quando si ricorre all’eterologa con ovodonazione, il successo può aumentare fino al 98% con cinque embrioni, grazie alla maggiore giovinezza degli ovuli donati. Questi dati evidenziano l’importanza di scegliere la tecnica più adatta in base alle circostanze specifiche delle coppie.
Confronto internazionale e accesso alla PMA
Nonostante i progressi, Pellicer evidenzia che l’uso della PMA in Italia è ancora limitato. In Spagna e Danimarca, il tasso di utilizzo si attesta intorno al 10-12%, mentre in Italia si ferma al 4,2%. Inoltre, il report ministeriale rivela che molti centri di PMA di secondo e terzo livello operano con un numero ridotto di procedure annuali. Solo il 32,5% di questi centri ha eseguito più di 500 cicli, rispetto a una media europea del 50,1%. È importante notare che oltre la metà delle tecniche avanzate è realizzata in strutture private, evidenziando le disparità regionali nell’accesso ai trattamenti.
Necessità di informazione e supporto economico
Per affrontare il gap nell’accesso alla PMA, Pellicer sottolinea l’importanza di fornire informazioni chiare e di educare le coppie sui trattamenti disponibili. È fondamentale anche garantire un supporto economico adeguato per facilitare l’accesso ai trattamenti più moderni, sia nei centri pubblici che in quelli privati convenzionati. Un passo significativo in questa direzione è stato il riconoscimento dell’infertilità come malattia, che ha portato all’inserimento della PMA nei Livelli Essenziali di Assistenza . Tuttavia, Pellicer avverte che il supporto deve essere proporzionato, poiché le tecnologie in questo campo sono in continua evoluzione e richiedono l’applicazione delle tecniche più avanzate per garantire tassi di successo ottimali.