Puglia, il deficit della mobilità sanitaria nel 2022: un’emergenza crescente da 230 milioni di euro

La mobilità sanitaria in Puglia ha registrato un saldo negativo di 230 milioni di euro nel 2022, evidenziando carenze nel servizio pubblico e una crescente dipendenza dalla sanità privata.
Puglia, il deficit della mobilità sanitaria nel 2022: un'emergenza crescente da 230 milioni di euro Puglia, il deficit della mobilità sanitaria nel 2022: un'emergenza crescente da 230 milioni di euro

Il sistema sanitario pugliese ha registrato nel 2022 un significativo saldo negativo nella mobilità sanitaria, pari a 230 milioni di euro, un valore che ha subito un’impennata di 98,7 milioni rispetto all’anno precedente. Questi dati emergono da un’analisi dettagliata della Fondazione Gimbe, evidenziando un problema strutturale che affligge il servizio sanitario del Mezzogiorno e, in particolare, della Puglia. La fuga di pazienti verso regioni come Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto mette in luce un’evidente disparità nell’accesso ai servizi sanitari tra il Nord e il Sud Italia.

Il quadro della mobilità sanitaria in Puglia

I numeri del report parlano chiaro: la Puglia occupa una posizione critica, posizionandosi quarto per il debito sanitario, che ammonta a circa 389 milioni di euro, e ottava per il credito, con 159 milioni. Insieme a Calabria, Campania, Lazio e Abruzzo, la Puglia contribuisce in modo significativo al saldo passivo complessivo, arrivando a rappresentare ben il 78,8% di questo deficit.

L’analisi di Gimbe non si limita a rilevare il valore complessivo del problema, ma fa emergere l’urgente necessità di rivedere la strategia sanitaria regionale. Una delle componenti più allarmanti è il fatto che oltre un euro su due speso per ricoveri e prestazioni specialistiche al di fuori della regione finisce nelle casse delle strutture private accreditate. Questo segnala, non solo un alto livello di insoddisfazione per il servizio pubblico, ma anche una preoccupante dipendenza dalla sanità privata.

Private vs. Pubblico: il ruolo delle strutture private accreditate

La presenza delle strutture private accreditate in Puglia è un indicatore chiave della capacità del sistema sanitario regionale di attrarre pazienti. Nel contesto della mobilità sanitaria, la Puglia si distingue per avere il terzo maggior volume di prestazioni erogate dalle private accreditate, con un impressionante 70,7% del valore totale della mobilità sanitaria attiva regionale. Questo è significativamente superiore alla media nazionale, fissata al 54,4%.

Questa inclinazione verso la sanità privata solleva interrogativi sulla sostenibilità e sull’equità del sistema sanitario pugliese. La preferenza per le strutture private potrebbe indicare sia una risposta a carenze nel servizio pubblico, sia un tentativo di accedere a un livello di servizio ritenuto più vicino agli standard richiesti dai pazienti. In questo quadro, la sfida da affrontare diventa quella di bilanciare l’offerta tra pubblico e privato per garantire un’adeguata assistenza a tutti i cittadini.

Le implicazioni per il futuro della sanità in Puglia

Il report della Fondazione Gimbe non è solo un documento statistico ma rappresenta anche un grido d’allerta per le autorità sanitarie e politiche pugliesi. La crescente mobilità in uscita verso altre regioni mina le basi di un sistema sanitario locale già poco saldo. È fondamentale che si adottino misure appropriate per invertire questa tendenza, affinché non solo si stabilisca un equilibrio finanziario, ma soprattutto si garantisca un livello adeguato di assistenza sanitaria ai cittadini pugliesi.

L’emergenza sanitaria che la Puglia sta affrontando richiede un’analisi profonda e una revisione efficace delle politiche sanitarie. Solo così si potrà sperare di tornare a un sistema che risponde efficacemente ai bisogni della popolazione.