Il servizio sanitario nazionale italiano è al centro di un dibattito che prevede riforme significative, come affermato dal Ministro della Salute Orazio Schillaci. La richiesta è di mantenere intatta la caratteristica fondamentale dell’universalismo mentre si introducono modifiche strutturali, puntando in particolare sulla prevenzione e sull’innovazione. Questi temi sono stati sviluppati in occasione del convegno ‘Sostenibilità in radiologia‘ organizzato dalla Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica .
La riforma necessaria del servizio sanitario nazionale
Il Ministro Schillaci ha dichiarato che il servizio sanitario nazionale necessita di una riforma dopo 46 anni di funzionamento, ma questa non deve compromettere l’universalismo, che rappresenta uno dei suoi pilastri. L’obiettivo primario è quello di ridurre il numero di malati di patologie croniche, il che è vitale per garantire la sostenibilità del servizio nel futuro. Secondo lui, è fondamentale investire nella prevenzione e nella ricerca per limitare l’insorgere di malattie e alleggerire quindi il carico sugli ospedali.
Schillaci ha anche evidenziato la necessità di razionalizzare i percorsi di cura, affermando che l’approccio alla salute deve evolversi in modo da fornire un’assistenza adeguata ai cittadini senza compromettere la qualità dei servizi offerti. La trasformazione verso un modello di assistenza più incentrato sulla prevenzione potrebbe impattare positivamente non solo sui pazienti, ma anche sull’intero sistema, contribuendo a una minore affluenza in ambito strutturale e, quindi, a una gestione finanziaria più efficace.
La questione della privatizzazione
Nel discorso del Ministro non poteva mancare l’appello a chiarire le accuse di una presunta privatizzazione del sistema sanitario. Schillaci ha rimandato al mittente ogni insinuazione riguardante intenzioni di privatizzare il servizio sanitario nazionale. Ha sottolineato che sia lui che il governo non hanno mai adottato politiche in tal senso e ha spiegato che non ci sono state, negli ultimi due anni, manovre che potessero avvicinarsi a questo concetto.
Il Ministro ha aggiunto che le preoccupazioni relative ai medici di medicina generale non devono essere confuse con ipotetici piani di privatizzazione. Secondo Schillaci, non ci sarà alcuna riduzione della libertà dei cittadini nella scelta del proprio medico di base. Una volta riformata, la sanità deve rimanere un servizio accessibile e in grado di soddisfare le esigenze di tutti.
Collaborazione con le regioni e l’importanza della medicina territoriale
Schillaci ha poi illustrato come il dialogo con le regioni italiane sia fondamentale per arrivare a una posizione condivisa sulle necessarie riforme. Nonostante ci siano differenze tra le varie regioni, il Ministro si è detto fiducioso nel raggiungere un accordo che valorizzi il ruolo dei medici di medicina generale. Questi professionisti, secondo Schillaci, devono essere parte integrante delle “case della comunità“, un concetto che si riferisce a strutture sanitarie che offrono assistenza a livello locale.
Non ci sono intenzioni di escludere alcuna proposta avanzata dai medici, e il Ministro ha ribadito che non verrà tolto ai cittadini il diritto di scegliere il proprio medico. Sottolineando l’importanza di un’assistenza personalizzata, ha espresso la necessità di garantire che il rapporto tra paziente e medico sia un elemento centrale nel futuro della medicina territoriale. Questo approccio dovrebbe facilitare un sistema più connesso e reattivo alle esigenze dei pazienti.