Un’iniziativa innovativa sta prendendo piede in Italia, mirata a educare i ragazzi e le ragazze delle scuole primarie e secondarie a riconoscere e combattere la disinformazione. Questo progetto, che coinvolge duemila studenti, si propone di sviluppare un pensiero critico e una maggiore consapevolezza riguardo alle notizie che circolano nel mondo contemporaneo, spesso caratterizzate da fake news e informazioni fuorvianti.
Un’iniziativa educativa: MEETme@School
Il progetto MEETme@School è una nuova iniziativa di Citizen Science, parte della Notte Europea dei Ricercatori, finanziata dall’Unione Europea. Si rivolge a studenti di Milano, Monza, Crema, Magenta e Clusone, coinvolgendo diverse scuole nel biennio scolastico 2024/25 e 2025/26. Coordinato dall’Università Vita-Salute San Raffaele, il progetto vede la partecipazione di team di ricerca provenienti da importanti atenei milanesi, tra cui l’Università degli Studi, il Politecnico, Milano-Bicocca e Bocconi.
Il docente Carlo Martini, esperto in Logica e Filosofia della Scienza, guida il progetto con l’incontro intitolato «Segnalala!», dedicato agli studenti delle scuole superiori. Durante queste sessioni di due ore, Martini si propone di insegnare ai ragazzi come distinguere le notizie vere da quelle false, un compito sempre più cruciale nell’era della comunicazione digitale. Secondo il docente, un ragazzo su tre non riesce a riconoscere l’informazione scientifica da quella parascientifica, evidenziando la necessità di un intervento educativo mirato.
L’importanza del fact checking
Nel corso della prima ora del progetto, gli studenti sono invitati a lavorare su un’apposita pagina digitale, dove trovano cinque notizie, alcune veritiere e altre false. Tra queste, si discute di un ragno-robot e di una ragazza che avrebbe contratto l’HIV in laboratorio, mentre una notizia infondata riguarda la causa dell’alluvione a Valencia. Gli studenti hanno la libertà di navigare online e confrontare le informazioni, un approccio che stimola la loro curiosità e capacità di analisi critica.
Altea, una studentessa di 17 anni dell’IT Giovanni Giorgi di Milano, racconta di aver utilizzato il metodo del confronto tra diverse fonti per verificare la veridicità delle notizie. Simone, un altro partecipante, confessa di essersi lasciato influenzare dalla reputazione del sito da cui proveniva la notizia, mentre Riccardo ha identificato una fake news riguardante il cioccolato, basandosi sul nome del canale. Questi esempi dimostrano come il progetto stimoli un approccio attivo e consapevole nei ragazzi.
Sviluppo del pensiero critico
Carlo Martini sottolinea che il punto di forza di «Segnalala!» è l’approccio interattivo, che differisce da un metodo di insegnamento tradizionale e frontale. Gli studenti non sono semplici spettatori, ma diventano protagonisti attivi del processo di fact checking. Questo coinvolgimento li aiuta a comprendere le dinamiche che influenzano le loro decisioni e a sviluppare un pensiero critico, essenziale per una cultura dell’informazione responsabile.
Il progetto non si limita a un’esperienza isolata; Martini e il suo team continueranno a raccogliere dati forniti dagli studenti, condividendo le metodologie con le scuole per fornire strumenti utili nel potenziamento delle competenze di verifica delle informazioni. L’obiettivo finale è quello di formare una generazione di giovani più consapevoli e capaci di affrontare le sfide della disinformazione, contribuendo a un dibattito pubblico più informato e responsabile.
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