Marta Kovatcheva è un esempio di determinazione nel campo della ricerca scientifica. Nata a Sofia, Bulgaria, e cresciuta a Toronto, Canada, ha percorso un cammino che l’ha portata a diventare una figura di spicco nell’oncologia molecolare. Nel 2024, si è trasferita a Milano, dove guida il Laboratory of Cell Plasticity & Aging all’Istituto di oncologia molecolare Ifom. La sua storia è un faro di ispirazione per le giovani donne, sottolineando l’importanza di seguire le proprie passioni e di vedere una rappresentanza femminile nelle scienze.
Il percorso accademico e professionale di Marta Kovatcheva
Marta ha sempre avuto una chiara vocazione per la scienza fin dalla tenera età. A nove anni, durante una attività scolastica, espresse il suo desiderio di diventare ricercatrice. Dopo aver conseguito una laurea in Biologia molecolare all’Università di Toronto, ha proseguito con un dottorato alla Gerstner Sloan Kettering Graduate School of Biomedical Sciences di New York. Qui ha approfondito le sue conoscenze nel campo della Biologia del cancro. Ha poi completato un post-dottorato a Barcellona, all’Irb Barcelona, prima di approdare in Italia.
La scelta di unire le forze all’Ifom di Milano rappresenta per Marta un’opportunità per avviare nuove ricerche e contribuire in modo significativo al campo della biologia cancerosa. La sua decisione di trasferirsi in Europa è stata influenzata anche dal desiderio di lavorare in un ambiente che valorizza la mobilità e le opportunità per le donne. Marta invita le giovani aspiranti scienziate a cercare supporto anche al di fuori dei confini nazionali, sottolineando che nel mondo scientifico ci sono molteplici possibilità da esplorare.
Il valore della rappresentanza femminile nella scienza
Nel giorno della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, Marta Kovatcheva ha voluto condividere un messaggio potente: la rappresentanza femminile è fondamentale per la crescita e l’evoluzione delle scienze. Riferendosi alle sue esperienze accademiche, Marta racconta di una significativa sottorappresentanza di donne nei ruoli di leadership e nelle istituzioni scientifiche. Durante il suo percorso, ha spesso sperimentato la mancanza di figure femminili di riferimento, che rendono difficile il cammino per le aspiranti scienziate.
Tuttavia, Marta ha osservato dei miglioramenti nel tempo. Con un crescente numero di dottoresse impegnate nelle scienze biologiche, il panorama sta lentamente cambiando. L’autrice sottolinea l’importanza di avere istituzioni che abbracciano e promuovono la diversità, poiché le donne portano un’enorme ricchezza di idee e approcci che possono potenziare il progresso scientifico. Marta si impegna attivamente affinché le istituzioni siano gestite da chi valuti e rispetti le risorse che le donne possono rappresentare nel mondo della ricerca.
Affrontare le sfide come donna nelle Stem
Essere una donna nelle Stem comporta una serie di sfide che Marta ha affrontato nel suo percorso. Dalla mancanza di rappresentanza femminile, al dubbio su sé stessa, fino a subire molestie, ha dovuto superare molte difficoltà. La sua esperienza la spinge a incoraggiare le giovani donne a non scoraggiarsi. In questo contesto, è fondamentale creare reti di supporto e solidarietà tra colleghe e colleghi, che possono offrire un sostegno morale e pratico.
Marta ha affrontato la sua autostima attraverso un approccio attivo: cercando connessioni con altre donne nel settore e collaborando con uomini che vedono il valore delle scienziate. Per lei, il rispetto e la parità di opportunità devono essere garantiti in ogni ambito di ricerca. Nonostante le sfide, la ricerca scientifica e il suo contributo sono primari per creare un futuro più inclusivo.
La vita e il lavoro di Marta a Milano
Dopo il trasferimento a Milano, Marta ha trovato una città che la sostiene nel suo impegno professionale e personale. Gli italiani sono generalmente accoglienti verso chi si impegna ad imparare la lingua, il che ha reso la sua integrazione più semplice. A Milano, però, ha dovuto adattarsi a un clima diverso, molto più piovoso rispetto a Barcellona, e a qualche differenza nella vita quotidiana.
Nel suo tempo libero, pratica diverse attività, dal pattinaggio allo yoga, mantenendo un buon equilibrio tra vita lavorativa e vita personale. Sul fronte professionale, il suo obiettivo è chiaro: capire come i tessuti reagiscono a danni e malattie, come il cancro, e lavorare per lo sviluppo di nuove terapie. Marta continua a sentirsi ispirata dalla bambina che sogna di diventare una scienziata, e si impegna a fare la differenza nella vita di altre giovani donne.