Scoperta straordinaria: il James Webb Space Telescope identifica una galassia gigante nell’universo primordiale

Il James Webb Space Telescope ha scoperto la galassia “Big Wheel”, tre volte più grande delle precedenti, risalente a 11 miliardi di anni fa, grazie al lavoro di Weichen Wang e Sebastiano Cantalupo dell’Università di Milano-Bicocca.
Scoperta Straordinaria: Il James Webb Space Telescope Identifica Una Galassia Gigante Nell'Universo Primordiale Scoperta Straordinaria: Il James Webb Space Telescope Identifica Una Galassia Gigante Nell'Universo Primordiale
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Il James Webb Space Telescope ha recentemente fatto un’importante scoperta astronomica, avvistando una galassia a disco di dimensioni eccezionali risalente all’universo primordiale. Questa scoperta, frutto del lavoro di un team di ricerca guidato da Weichen Wang e Sebastiano Cantalupo dell’Università di Milano-Bicocca, segna un passo significativo nella comprensione della formazione delle galassie. Fino ad ora, il JWST aveva osservato dischi galattici molto più piccoli rispetto a quelli che si trovano nel nostro universo locale. La galassia recentemente identificata, soprannominata “Big Wheel“, è circa tre volte più grande delle galassie precedentemente scoperte con masse stellari e tempi cosmici simili. I dettagli di questa scoperta sono stati pubblicati sulla rivista Nature Astronomy.

L’enigma della formazione dei dischi galattici

La formazione dei dischi galattici rimane uno dei misteri più affascinanti dell’astronomia contemporanea. Sebastiano Cantalupo ha sottolineato che i primi anni di osservazione del JWST hanno rivelato un gran numero di dischi galattici nell’universo primordiale, risalenti a circa undici miliardi di anni fa, ovvero due miliardi di anni dopo il Big Bang. Prima di questa scoperta, il JWST aveva documentato solo dischi galattici di dimensioni ridotte rispetto a quelli che osserviamo attualmente. Questo ha portato a ritenere che la formazione di dischi più grandi richiedesse un lungo periodo di tempo nell’evoluzione dell’universo.

Per approfondire questo tema, il team di ricerca ha analizzato dati raccolti dal JWST relativi a una regione del cielo distante tra gli 11 e i 12 miliardi di anni luce. Questa area è parte di una struttura che potrebbe evolversi in un ammasso di galassie, caratterizzata da una notevole concentrazione di galassie, gas e buchi neri. La scoperta di “Big Wheel” offre nuove prospettive sulla formazione delle galassie e sulla loro evoluzione nel tempo.

La galassia “Big Wheel”: caratteristiche e significato

Utilizzando due strumenti avanzati del JWST, la Near-Infrared Camera e il Near-Infrared Spectrograph, il team di ricerca ha identificato le galassie all’interno di questa regione ad alta densità. Attraverso un’analisi approfondita della morfologia e delle caratteristiche di queste galassie, i ricercatori hanno scoperto una galassia sorprendentemente grande, che hanno deciso di chiamare “Big Wheel” per le sue dimensioni straordinarie. Secondo Weichen Wang, “Big Wheel” è tre volte più grande delle galassie precedentemente scoperte con masse stellari e tempi cosmici simili, e supera di almeno tre volte le dimensioni previste dalle attuali simulazioni cosmologiche.

Inoltre, ulteriori analisi spettroscopiche hanno rivelato che “Big Wheel” ruota come una galassia a spirale, simile alla Via Lattea. Questa scoperta suggerisce che la galassia ha avuto una crescita rapida e precoce, probabilmente a causa dell’ambiente particolarmente denso in cui si trova. Tuttavia, i ricercatori avvertono che saranno necessarie ulteriori osservazioni per confermare questa ipotesi.

Verso nuove scoperte nell’universo primordiale

L’ambiente denso che ospita “Big Wheel” rappresenta un territorio ancora poco esplorato. Sebastiano Cantalupo ha evidenziato l’importanza di condurre ulteriori osservazioni mirate per costruire un campione statistico di dischi giganti nell’universo primordiale. Questo approccio potrebbe aprire nuove finestre sulla comprensione delle fasi iniziali della formazione delle galassie, contribuendo a risolvere enigmi che affascinano gli astronomi da decenni.

La scoperta di “Big Wheel” non solo arricchisce il nostro panorama cosmico, ma offre anche spunti preziosi per future ricerche. Con il continuo progresso delle tecnologie di osservazione, il JWST si conferma uno strumento fondamentale per esplorare le origini dell’universo e la formazione delle sue strutture più complesse.