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Pensione minima aumenta a 615 euro da gennaio 2024

A partire da gennaio 2024, la pensione minima aumenterà a 615 euro per tutti i pensionati. Questo incremento è il risultato di una “rivalutazione eccezionale” delle pensioni di importo fino al minimo stabilito dall’INPS, che era fissato a 599 euro. La rivalutazione, stabilita al 2,7%, è stata introdotta dalla legge n. 197 del 29 dicembre 2022, nota come la legge di bilancio 2023. L’INPS ha ufficializzato queste informazioni nella circolare n. 1 del 2 gennaio 2024, chiarendo i dettagli del rinnovo delle pensioni per il nuovo anno.

Condizioni per la pensione di vecchiaia e anticipata

Con questa modifica, anche le condizioni per il pensionamento subiranno variazioni. Per ottenere la pensione di vecchiaia contributiva, sarà sufficiente maturare un importo pari a 534,41 euro, anziché 801,61 euro come richiesto in passato. Tuttavia, il pensionamento anticipato sarà leggermente più complesso: per potervi accedere, sarà necessario maturare una pensione pari a 1.603 euro, contro i precedenti 1.496 euro.

Rivalutazione delle pensioni per il 2024

La rivalutazione delle pensioni per il 2024 è stata fissata al tasso provvisorio del 5,4% dall’ISTAT, mentre la rivalutazione definitiva per il 2023 è stata anticipata a dicembre dello stesso anno. Le pensioni fino a quattro volte il minimo INPS, cioè 2.271,76 euro, beneficeranno dell’intero tasso di rivalutazione. Al contrario, le pensioni di importo superiore a 10 volte il minimo INPS, pari a 5.679,41 euro, riceveranno solo il 22% del tasso ISTAT, una riduzione rispetto al 32% applicato nel 2023.

La rivalutazione eccezionale

Oltre alla rivalutazione ordinaria, la legge di bilancio 2023 prevede una rivalutazione eccezionale delle pensioni inferiori al minimo per gli anni 2023 e 2024. Nel 2023, i pensionati di età inferiore ai 75 anni hanno ricevuto un aumento dell’1,5%, mentre quelli con almeno 75 anni hanno beneficiato di un incremento del 6,4%. Per il 2024, tutti i pensionati vedranno un aumento del 2,7%. Questo aumento si applica solo alle pensioni rivalutate ordinariamente, se risultano inferiori o pari al minimo INPS.

Alcuni trattamenti pensionistici, come le prestazioni non imponibili o a carattere assistenziale, sono esclusi dalla rivalutazione eccezionale. In tali casi, l’aumento viene calcolato fino al raggiungimento del limite fissato dalla rivalutazione, anche se l’importo supera il minimo INPS.

Limiti per il pensionamento anticipato

La rivalutazione non riguarda solo l’importo delle pensioni, ma influisce anche sui requisiti per il pensionamento anticipato. Con la nuova normativa, conosciuta come “quota 103”, l’importo massimo di pensione erogabile prima dei 67 anni è stato ridotto da cinque a quattro volte il minimo INPS, passando quindi da 2.993 a 2.394 euro al mese. Questo significa un taglio di 599 euro rispetto alla soglia precedente.

I lavoratori più giovani, ossia quelli che hanno iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 e rientrano nel regime contributivo, potranno accedere alla pensione di vecchiaia maturando un importo pari all’assegno sociale, anziché 1,5 volte l’importo dell’assegno. Per l’anno 2024, questo valore è fissato a 534,41 euro, contro gli 801,61 euro richiesti in passato.

Infine, per i lavoratori che intendono pensionarsi anticipatamente all’età di 64 anni con 20 anni di contributi, l’importo mensile della pensione deve essere pari almeno a tre volte l’assegno sociale, cioè 1.603 euro, rispetto ai precedenti 1.496 euro. Inoltre, è stato introdotto un limite massimo all’importo della pensione erogabile fino ai 67 anni, fissato a cinque volte il minimo INPS, ossia 2.993 euro