Adolescence: il thriller che sfida le convenzioni narrative con il piano sequenza

La serie britannica “Adolescence”, diretta da Philip Barantini e disponibile su Netflix, esplora un omicidio attraverso un innovativo piano sequenza, coinvolgendo 320 bambini in riprese girate in tempo reale.
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Adolescence: il thriller che sfida le convenzioni narrative con il piano sequenza - unita.tv

La serie britannica “Adolescence” ha catturato l’attenzione degli spettatori di Netflix, non solo per la sua trama avvincente, ma anche per la sua audace scelta stilistica. Questo thriller in quattro episodi narra la storia di Jamie, un tredicenne coinvolto in un omicidio, esplorando le complesse dinamiche che portano a un atto di violenza. Oltre alla narrazione, il modo in cui è stata realizzata la serie ha suscitato curiosità: ogni episodio è girato come se fosse un unico piano sequenza. Ma è davvero così?

Il piano sequenza come strumento narrativo

Il piano sequenza è una tecnica cinematografica che va oltre il semplice aspetto tecnico; rappresenta una vera e propria sfida narrativa. Questa modalità di ripresa, che elimina le tradizionali transizioni tra le scene, permette di immergere lo spettatore nella storia in modo profondo. Dai film storici come “Nodo alla gola” di Alfred Hitchcock, fino ai recenti successi come “1917” di Sam Mendes, il piano sequenza è diventato un simbolo di innovazione e creatività nel panorama audiovisivo.

Nel caso di “Adolescence“, il regista Philip Barantini ha portato avanti questa tradizione, avvalendosi della sua esperienza pregressa con il piano sequenza nel film “Boiling Point“. Ogni episodio della serie è stato girato in tempo reale, senza alcun montaggio, per garantire una continuità narrativa. Barantini ha dichiarato che, una volta dato il via alle riprese, non c’era possibilità di tornare indietro. La sfida non si limitava solo alla tecnica, ma si estendeva anche alla coordinazione di un ampio cast, che includeva 320 bambini nel secondo episodio.

La verità dietro le riprese in tempo reale

L’idea di girare un intero episodio senza tagli può sembrare affascinante, ma nel mondo della produzione audiovisiva esistono tecniche per simulare la continuità. Serie come “True Detective” e film come “Birdman” hanno utilizzato effetti digitali e transizioni nascoste per dare l’illusione di un piano sequenza. Tuttavia, “Adolescence” ha scelto un approccio diverso, con il regista e la troupe che hanno insistito per mantenere la registrazione in tempo reale.

Per raggiungere questo obiettivo, il team ha dedicato mesi alla preparazione e settimane di prove. Ogni movimento della telecamera è stato pianificato con attenzione, e per facilitare il processo, sono stati creati modelli in miniatura degli attori. Matt Lewis, il direttore della fotografia, ha rivelato che questa strategia ha permesso di progettare ogni movimento con precisione, garantendo una fluidità nelle riprese.

La sfida attoriale del girare senza tagli

Per gli attori, lavorare in un contesto privo di tagli ha comportato un livello di performance senza precedenti. Erin Doherty, che interpreta la psicologa Briony nel terzo episodio, ha paragonato il processo a quello di una produzione teatrale. Le prove sono state intense e le ripetizioni costanti hanno permesso di perfezionare ogni gesto e battuta. Questo approccio ha richiesto un impegno straordinario da parte di tutti gli attori, costringendoli a mantenere la concentrazione e la coerenza per tutta la durata delle riprese.

La serie “Adolescence” non solo racconta una storia inquietante, ma si distingue anche per la sua audace scelta stilistica. L’uso del piano sequenza non è solo un espediente visivo, ma una vera e propria immersione nella psicologia dei personaggi e nelle loro esperienze. Con un cast talentuoso e una regia innovativa, la serie si propone come un’opera significativa nel panorama delle produzioni contemporanee.