La storia di Fatouleh Milad è un racconto che attraversa continenti e culture, un percorso che trae origine dalla Palestina e si sviluppa tra la musica e la speranza di un futuro migliore. Dopo essere immigrato in Italia a 11 anni, Milad ha mantenuto vivo il sogno di rappresentare il suo popolo attraverso la musica, partecipando alle semifinali del concorso musicale per rappresentare San Marino all’Eurovision.
Un viaggio iniziato da giovane
La musica ha sempre rappresentato una guida per Milad sin da quando, all’età di 9 anni, partecipò allo Zecchino d’Oro. Questo evento, che avvenne nel 2004, lo vide sul palco per rappresentare la Palestina con il brano “Una stella a Betlemme.” Grazie all’impegno di suo padre, Ibrahim Faltas, che ha avuto un ruolo centrale nella sua formazione culturale e musicale, la vita di Fatouleh ha subito una trasformazione reale. Durante quel periodo, fatte le circostanze del suo paese, ebbe la fortuna di incontrare una famiglia della provincia di Bari che cambiò il corso del suo destino. L’accoglienza calorosa e il supporto della nuova comunità furono fondamentali, specialmente nel 2006, quando i suoi genitori, a causa della guerra, furono in grado di ricominciare una nuova vita in Italia.
Milad ricorda con affetto il giorno in cui giunse in stazione, accolto da una famiglia che aveva fatto enormi sforzi per garantirgli un futuro sereno. Non solo trovarono un alloggio adeguato, ma si preoccupavano anche delle sue necessità quotidiane. Un gesto particolarmente toccante fu il regalo di un’auto in occasione del compleanno di sua madre, che rappresenta l’inizio di una nuova vita insieme a questo nuovo nucleo familiare.
Un messaggio di pace attraverso la musica
Oggi Fatouleh Milad ha adottato la cittadinanza italiana e vive con la sua compagna e la loro bambina, di un anno e otto mesi. Lavora per un’agenzia di viaggi, ma il suo cuore appartiene all’arte e desidera far conoscere al mondo la voce del popolo palestinese. Milad porterà un messaggio chiaro sul palco dell’Eurovision: la sua canzone “Humanity calls” sarà cantata in inglese e conterrà un forte appello per la pace e i diritti umani. Fatouleh intende colpire le coscienze sulle guerre che continuano a flagellare l’umanità, sottolineando in particolare il dramma dei bambini vittime dei conflitti.
Con forte convinzione, Milad pone l’accento su un fatto che definisce tragico: “Sono più di 15mila i bambini morti a Gaza, e questi non sono semplici numeri, ma sogni infranti.” Questa affermazione tocca il tema universale dei diritti dei bambini, un argomento che resta sempre attuale e urgente. Il suo desiderio è quello di abbattere i muri e costruire ponti attraverso la comprensione e l’accettazione reciproca.
La memoria della sua terra
Malgrado la bellezza della sua vita in Italia, Fatouleh non dimentica mai le sue origini. La Palestina occupa un posto speciale nel suo cuore, e lui stesso ammette che la nostalgia lo accompagna. Nel 2018, ha avuto l’opportunità di tornare a Betlemme per cantare in un concerto natalizio, un evento che gli ha permesso di vivere emozioni intense, tra cui il privilegio di stringere la mano al Santo Padre. Lo stesso anno, ha cantato per il presidente palestinese Mahmud Abbas e, nel 2022, ha partecipato a un’iniziativa in onore del presidente americano Joe Biden, durante la sua visita ufficiale in Palestina.
Infine, riguardo alle dichiarazioni del presidente americano Donald Trump, che ha proposto di trasferire i palestinesi di Gaza, Milad rimane fermo: “Non è la sua terra, non decide lui.” Questa affermazione evidenzia il desiderio di Milad di essere un portavoce per una pace autentica e giusta, ritenendo che chi detiene il potere debba lottare per la pace, non costruire nuovi muri.
La sua storia rappresenta un appello alla libertà, alla pace e alla dignità per ogni individuo, indipendentemente dalle situazioni geopolitiche.