Mago Forest, noto per il suo approccio audace e irriverente alla comicità, si prepara a tornare sul piccolo schermo con la quinta stagione di GialappaShow, in onda dal 31 marzo. In un’intervista a Repubblica, il conduttore condivide le sue riflessioni sul ruolo di comico e sull’importanza dell’ironia nel contesto attuale, affrontando anche le sfide personali che ha dovuto affrontare nel corso della sua carriera.
Il legame con la Gialappa’s Band
Dopo oltre due decenni di collaborazione, Mago Forest, insieme a Michele Foresta, Giorgio Gherarducci e Marco Santin, continua a creare un programma che si distingue per la sua comicità incisiva. Nonostante le difficoltà del settore e le sfide globali, il trio ha mantenuto un legame forte e produttivo, senza mai interrompere il loro lavoro insieme. Forest riflette su come, nonostante i momenti difficili, la loro amicizia e professionalità abbiano prevalso: “Abbiamo fatto tutti i ‘mai dire’ possibili, non pensavo che avremmo lavorato ancora insieme”.
Il conduttore ricorda anche le cene trappola organizzate dai suoi colleghi, che lo hanno spinto a tornare nel gruppo. “Far ridere è una grande sfida”, afferma, sottolineando come eventi come la pandemia e le tensioni internazionali abbiano reso il suo lavoro ancora più complesso. “E arriva Trump con la sua allegria”, aggiunge, evidenziando come la comicità possa affrontare anche le situazioni più serie.
Ogni edizione del programma ha visto la partecipazione di diverse conduttrici, ma Forest tiene a sottolineare che ogni esperienza è stata speciale: “Le porto tutte nel mio cuore e ancora c’è spazio, ma solo in piedi”. La preparazione dietro le quinte è intensa, e Mago Forest riconosce il lavoro collettivo che rende possibile la magia del GialappaShow.
L’importanza dell’ironia e del contesto per un comico
Mago Forest discute anche il valore dell’ironia, un tema che ha toccato durante un incontro con Papa Francesco. Il Papa ha evidenziato come il sorriso e la capacità di ridere siano essenziali per l’essere umano. “Ho avuto la fortuna di essere uno dei cento comici ricevuti dal Papa“, racconta Forest, che ricorda le parole del pontefice: “L’uomo non è solo sapiens ma anche ludens”.
Il comico sottolinea che il contesto è fondamentale per decidere su quali argomenti sia opportuno scherzare. “Dipende dal contesto, per un comico è tutto”, afferma, specificando che ci sono temi delicati che preferirebbe evitare, come malattie e dolori. La figura del mago, che lo ha accompagnato sin dagli esordi, ha radici profonde nella sua giovinezza, quando iniziò a esibirsi in radio. “A scuola non andavo benissimo, ma facevo ridere i miei compagni”, ricorda, sottolineando l’incoraggiamento ricevuto dai professori.
Ridere è un elemento cruciale, ma Forest riconosce anche che l’ironia non sempre basta a superare le difficoltà. “Quando arriva l’attimo in cui devi vedertela con te stesso non mi ha aiutato”, confessa. In quei momenti, ha trovato conforto nel pianto, ma riconosce che la leggerezza può aiutare a mantenere relazioni positive. “Ovunque siate, se state ridendo, siete nel posto giusto”, conclude, evidenziando l’importanza di circondarsi di persone che condividono la gioia e il buonumore.
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