Prophecy: il film che porta il manga di Tetsuya Tsutsui sul grande schermo

“Il film ‘Prophecy’, diretto da Jacopo Rondinelli e prodotto da Andrea Sgaravatti, debutta in Italia dal 24 al 26 marzo, reinterpretando un manga di Tetsuya Tsutsui con attualità e leggerezza.”
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Il film “Prophecy“, adattato dal manga di Tetsuya Tsutsui, ha finalmente debuttato nelle sale italiane dal 24 al 26 marzo, dopo una serie di anteprime a Lucca Comics and Games e in altre città come Roma e Milano. Prodotto da Andrea Sgaravatti e diretto da Jacopo Rondinelli, il film rappresenta un importante passo per Brandon Box, che si dedica alla trasposizione di opere a fumetti per il cinema. Con un mix di elementi pop e una narrazione che affronta temi di giustizia sociale, “Prophecy” si propone come un’opera innovativa nel panorama cinematografico italiano.

L’adattamento dal manga: una sfida creativa

La trasposizione di storie da fumetti e manga è diventata un punto focale per Brandon Box, come dimostrano i precedenti lavori su “Dampyr” e l’atteso “L’uomo Tigre“. Andrea Sgaravatti, produttore del film, ha spiegato che l’attrattiva di queste opere risiede nella possibilità di dare vita a storie amate, riadattandole in contesti diversi. “Prophecy” non è un’eccezione, ma piuttosto un esempio di come un’opera possa essere reinterpretata per rispecchiare la cultura italiana.

Sgaravatti ha sottolineato due cambiamenti significativi nell’adattamento: il primo riguarda il contesto sociale, in cui i protagonisti, originariamente braccianti clandestini nel manga, diventano riders per le consegne a domicilio nel film. Questo cambiamento non solo rende la storia più attuale, ma permette anche di esplorare tematiche legate al lavoro precario e alle ingiustizie sociali. Il secondo cambiamento riguarda l’evoluzione tecnologica; nel manga, il personaggio di Paperboy comunica dal bagno di un Internet café, un elemento che oggi appare obsoleto.

Un film pop con una narrazione leggera

Il regista Jacopo Rondinelli ha voluto distaccarsi dai toni cupi del fumetto originale, optando per un approccio più leggero e comico. L’intenzione era quella di rendere il film accessibile e divertente, evitando la retorica eccessiva. L’estetica pop scelta per il film si sposa perfettamente con le situazioni e i personaggi, creando un’atmosfera vivace e coinvolgente.

Rondinelli ha anche parlato del processo di casting, evidenziando l’importanza di trovare attori che potessero portare personalità e sfumature ai loro ruoli. La scelta di Damiano Gavino per il personaggio di Gates ha sorpreso il regista, che ha notato come l’attore abbia arricchito il suo personaggio, rendendolo più complesso rispetto alla sceneggiatura iniziale.

La figura di Paperboy: un simbolo di ribellione

Paperboy, il misterioso protagonista mascherato, è un elemento centrale della narrazione. Sgaravatti ha osservato che la sua presenza era già parte integrante dell’opera originale e ha contribuito a convincere il team a scegliere “Prophecy” come progetto. Rondinelli ha aggiunto che Paperboy rappresenta l’anima punk del film, un personaggio che incarna la ribellione e la sfida alle ingiustizie.

La musica gioca un ruolo cruciale nel film, con una colonna sonora creata da Matteo Buzzanca che spazia tra diversi generi, mantenendo un’identità pop. Rondinelli ha sottolineato l’importanza di questa componente, che aiuta a definire il tono del film e a rendere le varie scene più memorabili.

Compromessi e sfide nella produzione

Nonostante le limitazioni di budget, Sgaravatti ha affermato che il team è riuscito a realizzare un’opera soddisfacente, mantenendo l’obiettivo di offrire puro intrattenimento. Tuttavia, ci sono stati compromessi, come la necessità di ridurre alcune parti della sceneggiatura. Rondinelli ha notato che ogni produzione cinematografica comporta sfide, e che i vincoli di budget possono stimolare la creatività, portando a soluzioni innovative.

La realizzazione di “Prophecy” dimostra che, nonostante le difficoltà, è possibile creare un film di genere in Italia, un compito spesso complicato a causa dei confronti con produzioni americane. La capacità di trovare soluzioni creative in situazioni difficili è una parte fondamentale del lavoro di un regista.

Sguardo al futuro: progetti e ambizioni

Prophecy” non è solo un adattamento di un manga, ma rappresenta anche un’apertura verso nuove possibilità nel cinema italiano. Sgaravatti ha rivelato di avere in mente diversi progetti futuri, tra cui un adattamento de “L’uomo Tigre“, mentre Rondinelli ha espresso il desiderio di realizzare un remake de “Il Fantasma del Palcoscenico” di De Palma. Entrambi i creatori concordano sull’importanza di osare di più nel panorama cinematografico italiano, proponendo idee originali che possano stimolare il pubblico.

Con “Prophecy“, il team di Brandon Box ha dimostrato che le storie giapponesi possono trovare una nuova vita sul grande schermo, abbattendo i confini culturali e aprendo la strada a nuove narrazioni.

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