Al Festival di Sanremo, la bellezza e l’accettazione di se stessi diventano protagoniste accanto alla musica. Quest’anno, Cristina Fogazzi, nota come Estetista cinica e fondatrice del brand Veralab, porta nel celebre evento un’importante riflessione sulla rappresentazione del corpo femminile. L’iniziativa mira a sensibilizzare il pubblico sulla body positivity, un tema sempre più rilevante nella società odierna. Il Festival non è solo un palcoscenico per artisti e canzoni, ma anche un’occasione per affrontare questioni sociali urgenti.
La presenza di Veralab al Festival
Per il terzo anno consecutivo, Veralab si conferma partner di bellezza del Festival, con una scenografia che include una ruota panoramica alta 28 metri e un pop-up store. Il brand, famoso sui social con un seguito di un milione di follower su Instagram, ha realizzato uno spot in prima serata con l’intento di comunicare un messaggio di accettazione delle imperfezioni, come cellulite e rughe. Questo approccio va oltre la promozione di prodotti, cercando di normalizzare e valorizzare il corpo in tutte le sue forme.
Cristina Fogazzi racconta di come Sanremo sia spesso sottovalutato, associato a eventi di intrattenimento per una generazione più anziana. Tuttavia, lei sottolinea l’energia vibrante e coinvolgente che si respira all’Ariston, dove il pubblico partecipa attivamente, rendendo l’atmosfera unica. La conduzione di Carlo Conti ha riportato un’idea di varietà al Festival, diversificando l’esperienza e la proposta artistica.
La critica alla rappresentazione del corpo femminile
Fogazzi affronta anche la questione del giudizio riguardo l’aspetto fisico, particolarmente sulle donne. Sottolinea come raramente gli uomini siano oggetto di simili critiche. Mentre per le donne si pronunciano commenti su peso, aspetto e persino acconciatura, gli uomini raramente subiscono lo stesso trattamento. Questo fenomeno si riflette anche nella vita quotidiana, dove le donne devono sempre tenere conto del loro aspetto, mentre gli uomini sono giudicati principalmente per le loro competenze.
Questa disparità di trattamento viene esacerbata dai media, dove è prevalente l’immagine ideale e perfezionata della donna. Fogazzi evidenzia l’importanza di rappresentazioni più inclusive, che non si limitino a esporre modelli di bellezza estremi, ma abbraccino tutte le forme e taglie. La necessità di mostrare la realtà delle donne comuni, che si trovano a viaggiare tra la taglia 44 e 46, è un messaggio forte e necessario.
L’importanza del linguaggio e i modelli da seguire
Durante la conversazione, Fogazzi riflette sull’importanza del linguaggio utilizzato per affrontare questi temi. Ammette che nel mondo di oggi esporsi con la parola “normalità” può risultare difficile, e chiede un sinonimo per esprimere un concetto tanto fondamentale. La scrittrice e attivista Michela Murgia, secondo il suo racconto, ha sottolineato che per realizzare un cambiamento significativo è cruciale anche modificare il linguaggio utilizzato.
Fogazzi non ha dubbi su chi rappresenti insuperabilmente il messaggio di body positive al Festival: Antonella Clerici. Per lei, Clerici è un esempio di come si possa vivere il passare degli anni con serenità e autenticità, senza lasciarsi sopraffare dagli standard estetici imposti dalla società. La co-conduzione con Carlo Conti e Gerry Scotti porta la freschezza di una figura che sa raccontare la propria esperienza con ironia e spontaneità, invitando il pubblico a riconoscere e accettare la propria individualità.
Con questo forte messaggio, Sanremo diventa un palcoscenico non solo musicale, ma anche sociale, invitando a riflessioni profonde e importanti sulla bellezza e l’accettazione di sé.