Con l’arrivo di Vincenzo Italiano, il Bologna ha intrapreso un percorso di trasformazione rispetto alla gestione di Thiago Motta. La squadra emiliana si è evoluta in un collettivo verticale e aggressivo, capace di esercitare un pressing alto e mantenere il possesso nella metà campo avversaria. Questo cambiamento ha portato a un attacco continuo, rendendo il Bologna una delle rivelazioni più sorprendenti della Serie A.
La corsa Champions e la classifica serrata
Con l’avvicinarsi della sosta per le Nazionali, la Serie A si presenta con una corsa Champions più agguerrita che mai. Attualmente, sei squadre si contendono la quarta posizione in classifica, racchiuse in soli sei punti. Il Milan guida con 47 punti, mentre il Bologna, con 53 punti, si posiziona in una posizione invidiabile. La squadra rossoblù, dopo la partenza di Thiago Motta e la perdita di giocatori chiave come Riccardo Calafiori, Joshua Zirkzee e Alexis Saelemaekers, era data per spacciata. Tuttavia, il Bologna ha dimostrato di essere in grado di competere ai massimi livelli, smentendo le previsioni pessimistiche.
L’approccio aggressivo di Vincenzo Italiano
L’arrivo di Vincenzo Italiano ha segnato un cambiamento significativo nel modo di giocare del Bologna. L’allenatore, noto per il suo stile di gioco offensivo, ha saputo superare le difficoltà di Thiago Motta, che attualmente sta affrontando una stagione difficile alla Juventus. Dopo 29 giornate, il Bologna si trova un punto avanti rispetto ai bianconeri, un risultato che testimonia l’efficacia del nuovo approccio. Italiano ha applicato una strategia che già in passato gli ha permesso di raggiungere tre finali con la Fiorentina, puntando su un gioco caratterizzato da grande aggressività in fase di non possesso.
Il Bologna si distingue per un pressing intenso, come dimostrato dall’indice PPDA, che misura il numero medio di passaggi concessi agli avversari prima di intervenire. Con un valore di 7.47, il Bologna detiene il primato nella Serie A, evidenziando la pressione costante esercitata sui rivali.
Possesso palla e verticalità nel gioco
Il Bologna di Italiano non teme di alzare la linea difensiva, pressando gli avversari in modo uomo contro uomo, anche a costo di lasciare spazi dietro. Questa strategia è accompagnata da una ricerca di verticalità nel gioco, che ricorda le filosofie di allenatori come Zdeněk Zeman. Se lo scorso campionato il Bologna di Motta era apprezzato per il suo possesso palla equilibrato, quest’anno la squadra si distingue per un approccio più diretto e incisivo.
Attualmente, il Bologna mantiene un possesso palla del 58,2%, concentrandosi principalmente nella metà campo avversaria. I dati mostrano un calo dei tocchi nella trequarti difensiva, scesi a 176,1 per 90 minuti, mentre quelli nella trequarti offensiva sono aumentati a 154. Questo cambiamento riflette l’intenzione della squadra di attaccare con maggiore frequenza e incisività.
Lanci lunghi e sfruttamento delle seconde palle
Un ulteriore indicatore della maggiore verticalità del Bologna è rappresentato dai lanci lunghi. La squadra di Italiano ha registrato una media di 57 lanci lunghi a partita, il numero più alto della Serie A, rispetto ai 47 della scorsa stagione. Questa tendenza si accompagna a una maggiore capacità di lavorare sulle seconde palle, grazie alla qualità di giocatori come Benjamín Domínguez, Riccardo Orsolini e Dan Ndoye. La precisione sottoporta di Santiago Castro e gli inserimenti di Jens Odgaard e Giovanni Fabbian contribuiscono a rendere il Bologna una squadra temibile.
In sintesi, il Bologna si presenta come una squadra intensa e proattiva, capace di pressare e riaggredire rapidamente dopo la perdita del pallone. La filosofia di gioco di Vincenzo Italiano ha trasformato il Bologna in un avversario difficile da affrontare, creando un attacco continuo che mette a dura prova le difese avversarie.