Nel 2005, un evento tragico come la morte di Papa Giovanni Paolo II ha segnato non solo la Chiesa, ma anche il mondo del calcio. La Roma, squadra storica della capitale, fu invitata in Vaticano per rendere omaggio al Pontefice scomparso. Bruno Conti, ex calciatore e allenatore della Roma, ha condiviso aneddoti significativi di quel periodo, rivelando anche un episodio curioso legato a Antonio Cassano.
La chiamata di Rosella Sensi e il ruolo di Bruno Conti
Bruno Conti, figura iconica della Roma, ha avuto un’importante carriera sia come calciatore che come allenatore. Nel 2005, dopo le dimissioni di Luigi Delneri, Conti fu chiamato a guidare la squadra in un periodo di transizione. Ricorda con affetto il giorno in cui ricevette la telefonata da Rosella Sensi, presidente della Roma: “Era il giorno del mio compleanno e mi trovavo a Cagliari con i miei nipotini. Rosella mi comunicò che avevano deciso di affidarmi la squadra”. Conti ha descritto il suo incarico come un “traghettamento”, sottolineando che non si sentiva di allenare la Roma in senso stretto, ma piuttosto di guidarla in un momento delicato.
La Roma, sotto la sua direzione, affrontò una stagione difficile, culminata con una salvezza ottenuta in extremis. Conti ha saputo gestire la pressione e le aspettative, portando la squadra a una finale di Coppa Italia e a una posizione di metà classifica nel campionato. La sua esperienza e il suo amore per il club sono stati fondamentali in quel periodo.
L’incontro con il Papa e l’atteggiamento di Cassano
Un episodio che ha segnato quel periodo fu l’invito della Roma in Vaticano per rendere omaggio a Papa Giovanni Paolo II. Conti ricorda come convocò i giocatori per comunicare la notizia. Tra di loro, Antonio Cassano, giovane talento della squadra, si distinse per il suo atteggiamento. “Quando gli dissi dell’invito, Cassano chiese: ‘Ma è obbligatorio venire?’. La mia risposta fu chiara: ‘Se non vuoi venire, non venire’. Ma poi, dopo un momento di riflessione, Cassano si preoccupò di come sarebbe stata percepita la sua assenza dai media”, racconta Conti.
Questo scambio mette in luce il carattere di Cassano, noto per la sua spontaneità e il suo modo di affrontare le situazioni. Nonostante le divergenze, Conti ha sempre nutrito un affetto profondo per il calciatore, sottolineando come tra di loro ci sia un legame che va oltre le semplici dinamiche professionali.
La carriera di Cassano e il consiglio di Totti
Dopo la stagione 2005, la carriera di Cassano con la Roma subì un cambiamento significativo. Con l’arrivo di Luciano Spalletti, il giovane attaccante si trovò a dover affrontare nuove sfide, culminate con la sua cessione al Real Madrid nel gennaio del 2006. Cassano ha spesso riflettuto su questa decisione, ammettendo di aver commesso un errore. “Se avessi ascoltato il consiglio di Francesco Totti, probabilmente sarei rimasto a Roma per molti anni”, ha dichiarato.
Totti, capitano e simbolo della Roma, aveva suggerito a Cassano di non lasciarsi attrarre solo dalle offerte economiche, ma di considerare anche la propria felicità. “Meglio guadagnare meno ma essere felici”, era il messaggio di Totti, un consiglio che Cassano ha riconosciuto come prezioso, ma che non ha seguito. La sua esperienza al Real Madrid, sebbene inizialmente allettante, si rivelò meno soddisfacente del previsto, portandolo a lasciare il club dopo un anno e mezzo.
Bruno Conti, con la sua esperienza e il suo amore per la Roma, continua a essere una figura di riferimento per i giovani calciatori, trasmettendo valori e insegnamenti che vanno oltre il semplice gioco.