La Milano-Sanremo, conosciuta anche come Classicissima, è una delle corse più prestigiose del ciclismo, ma il suo legame con i campioni del mondo è sorprendentemente fragile. Solo quattro ciclisti hanno avuto l’onore di vincere questa gara iconica indossando la maglia iridata. Questo articolo esplora la storia di questi atleti e il loro impatto sulla corsa, nonché il significato di questo raro trionfo nel contesto del ciclismo.
La storia della milano-sanremo
La Milano-Sanremo ha fatto il suo debutto il 14 aprile 1907, presentandosi come una sfida audace per i ciclisti dell’epoca. Con un percorso di 288 chilometri che partiva dalla Conca Fallata di Milano e si dirigeva verso la Riviera, la corsa era considerata un’impresa quasi impossibile. I corridori dovevano affrontare non solo la lunghezza del tracciato, ma anche le difficoltà logistiche, come il pagamento dei guardiani dei ponti sul Po per consentire il passaggio. Nel corso degli anni, la Classicissima è diventata un simbolo del ciclismo, attirando l’attenzione di appassionati e atleti da tutto il mondo.
Nel corso delle sue 115 edizioni, la corsa ha visto trionfare solo quattro campioni del mondo: Alfredo Binda nel 1931, Eddy Merckx nel 1972 e nel 1975, Felice Gimondi nel 1974 e Beppe Saronni nel 1983. Questo dato mette in evidenza un fenomeno curioso: nonostante la grandezza di questi atleti, il numero di vittorie in maglia iridata è rimasto incredibilmente basso. Da Saronni nel 1983, nessun campione del mondo in carica è riuscito a conquistare la Classicissima, creando un alone di mistero e quasi di maledizione attorno a questo evento.
L’impatto dei campioni del mondo
Il fatto che solo quattro ciclisti siano riusciti a vincere la Milano-Sanremo indossando la maglia del campione del mondo ha sollevato interrogativi sul perché di questo fenomeno. La pressione di competere in una corsa così prestigiosa, unita all’alta competitività e alle variabili del percorso, può rappresentare un ostacolo significativo. Ad esempio, Fausto Coppi, uno dei più grandi ciclisti di tutti i tempi, non riuscì a vincere nel 1954 nonostante le sue straordinarie capacità. Allo stesso modo, nel 2024, Mathieu Van der Poel, pur essendo un atleta di punta, scelse di favorire il compagno di squadra Philipsen piuttosto che cercare la vittoria per sé stesso.
Attualmente, Tadej Pogacar, già terzo nel 2023 e quarto nel 2022, sta cercando di rompere questo tabù. Il giovane ciclista sloveno, noto per la sua determinazione e abilità, è considerato uno dei favoriti per il prossimo trionfo. La sua carriera è stata influenzata da Beppe Saronni, che lo ha scoperto e ha contribuito alla sua crescita come atleta. La pressione di vincere in maglia iridata nella Classicissima è palpabile, e Pogacar rappresenta una nuova generazione di ciclisti che ambisce a scrivere la propria storia in questa storica corsa.
Un tabù da rompere
Il lungo intervallo senza vittorie di campioni del mondo nella Milano-Sanremo ha portato a considerare questo fenomeno come un vero e proprio tabù. La situazione è paragonabile a quella del Tour de France, dove un ciclista francese non ha vinto dal 1985, creando un vuoto che ha influenzato diverse generazioni di corridori transalpini. Questo scenario mette in evidenza le sfide uniche che i ciclisti affrontano quando competono in eventi di tale prestigio.
La Milano-Sanremo non è solo una corsa; è un evento che incarna la storia e la tradizione del ciclismo. La rarità delle vittorie da parte dei campioni del mondo aggiunge un ulteriore strato di complessità e fascino a questa competizione. Ogni edizione porta con sé nuove speranze e aspettative, e il desiderio di vedere un campione del mondo trionfare di nuovo nella Classicissima rimane vivo tra gli appassionati di ciclismo.