La violenza nel calcio dilettantistico francese: il drammatico appello di un arbitro di Strasburgo

In Alsazia, l’arbitro Anthony Hohmann abbandona il calcio dilettantistico dopo minacce di morte, mentre il comitato arbitrale annulla 800 partite per protestare contro la crescente violenza nel settore.
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Il mondo del calcio dilettantistico in Francia è scosso da un episodio inquietante che mette in luce una realtà preoccupante: minacce di morte e aggressioni nei confronti degli arbitri. Anthony Hohmann, un arbitro volontario di Strasburgo, ha deciso di abbandonare il suo ruolo dopo aver subito intimidazioni gravi durante una partita. La sua storia è solo l’ultima di una lunga serie di atti di violenza che hanno colpito il calcio amatoriale, rivelando un clima di paura e insicurezza che sta minando le fondamenta di questo sport.

Il racconto di Anthony: una passione trasformata in incubo

Anthony Hohmann, trentacinquenne imprenditore e padre di famiglia, ha vissuto un’esperienza traumatica che lo ha spinto a rinunciare al fischietto. Durante una partita tra dilettanti, è stato bersagliato da minacce esplicite: “Sappiamo dove vivi”, gli hanno urlato, trasformando la sua passione per il calcio in un incubo quotidiano. Questo episodio non è isolato, ma rappresenta un campanello d’allarme per il calcio dilettantistico francese, dove la violenza verbale e fisica sta diventando sempre più comune.

Il comitato arbitrale alsaziano, il più grande di Francia con 85.000 iscritti, ha risposto a questa escalation di violenza con una misura senza precedenti: un sciopero totale nel weekend, con la cancellazione di 800 partite. Questo gesto drammatico sottolinea la gravità della situazione e la necessità di un cambiamento immediato.

Un fenomeno allarmante: la violenza nel calcio amatoriale

La vicenda di Anthony è solo la punta dell’iceberg di un problema ben più ampio. Ogni fine settimana, gli arbitri dilettanti si trovano a fronteggiare insulti, aggressioni e intimidazioni. Secondo Marc Hoog, presidente distrettuale, ci sono circa 60 casi disciplinari ogni weekend, ma molti arbitri, per paura di ritorsioni, non denunciano gli abusi subiti. Questo clima di violenza ha portato a una situazione insostenibile, dove i club perdono il controllo delle proprie tifoserie, sempre più aggressive.

Le misure adottate finora, come il cartellino viola per sospendere le gare a rischio e il cartellino bianco per allontanare i giocatori provocatori, si sono rivelate poco efficaci. La vera radice del problema risiede in un sistema che, dall’alto, non dà il buon esempio. Comportamenti scorretti da parte di figure di spicco nel calcio professionistico, come presidenti e allenatori, contribuiscono a creare un clima di impunità che si riflette anche nei campi amatoriali.

L’appello disperato di un’intera comunità

La situazione in Alsazia non è solo una protesta, ma un grido di aiuto da parte di uomini e donne che amano il calcio e che rischiano la propria incolumità per continuare a praticare la loro passione. Philippe Durr, presidente della commissione arbitrale locale, ha dichiarato che l’esempio negativo proveniente dai vertici del calcio ha avuto un impatto devastante. Le esternazioni di figure come Pablo Longoria, presidente del Marsiglia, e Paulo Fonseca, allenatore del Lione, hanno creato un clima di violenza che si è diffuso rapidamente anche nei campi dilettantistici.

La situazione ha raggiunto il culmine con le minacce di morte a Anthony, un episodio che ha scosso profondamente l’intera comunità calcistica. Anthony Hohmann, che ha vissuto in prima persona la violenza, ha descritto il campo da gioco come un vero e proprio campo di battaglia, dove è necessario indossare “paraocchi” per continuare a svolgere il proprio lavoro. Ma questi paraocchi non sono più sufficienti quando la paura ti accompagna anche al di fuori del campo, costringendoti a controllare sotto la macchina prima di salire o a cambiare strada per tornare a casa.

Un futuro incerto per il calcio dilettantistico

La Federazione Francese di Calcio, nel frattempo, rimane in silenzio di fronte a questa situazione allarmante. L’Alsazia lancia un avvertimento che dovrebbe risuonare in tutta Europa: senza un cambiamento radicale, senza un’educazione al rispetto e punizioni esemplari per i violenti, il futuro del calcio dilettantistico è a rischio. Presto non ci sarà più nessuno disposto a fischiare l’inizio delle partite, e con esso, si perderà qualcosa di più importante del semplice gioco: l’anima stessa dello sport.

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