L’overtraining: tra psicologia e rischi fisici per gli sportivi

L’Università degli Studi di Milano, con il coordinamento di Antonio La Torre, evidenzia nel 2025 i rischi dell’overtraining tra gli atleti, sottolineando l’importanza del recupero e della prevenzione per la salute fisica e mentale.
L'Overtraining: Tra Psicologia E Rischi Fisici Per Gli Sportivi L'Overtraining: Tra Psicologia E Rischi Fisici Per Gli Sportivi
L'overtraining: tra psicologia e rischi fisici per gli sportivi - unita.tv

L’overtraining è un fenomeno che colpisce molti atleti, spingendoli a superare i propri limiti in nome di prestazioni migliori. Spesso, la spinta a intensificare gli allenamenti deriva da un perfezionismo esasperato o dalla paura di non essere all’altezza delle aspettative. Questo comportamento può portare a ignorare i segnali di stanchezza, con il rischio di compromettere sia la salute fisica che quella mentale. Comprendere le motivazioni psicologiche e i rischi legati all’overtraining è fondamentale per garantire un approccio equilibrato all’attività sportiva.

Le motivazioni psicologiche dietro l’overtraining

Molti atleti si sentono costretti a mantenere un regime di allenamento intenso, spesso alimentato da pressioni esterne e aspettative elevate. Questa condizione mentale può derivare da un desiderio di perfezione estetica o dalla necessità di dimostrare il proprio valore attraverso le performance sportive. La paura di non essere considerati “abbastanza bravi” può spingere gli sportivi a ignorare i segnali di affaticamento, portandoli a un ciclo di allenamenti incessanti e dannosi.

Inoltre, l’allenamento può diventare un rifugio emotivo per chi cerca di sfuggire a insicurezze e ansie. La dipendenza dall’attività fisica può trasformarsi in un modo per sentirsi vivi e realizzati, ma questo può facilmente sfociare in eccessi. Quando l’allenamento diventa un’ossessione, gli sportivi rischiano di compromettere la loro salute fisica e mentale, ignorando i segnali di allerta del corpo.

L’overtraining: mito o realtà?

Uno studio condotto nel 2004 dall’Università degli Studi di Milano, coordinato da Antonio La Torre, ha approfondito il fenomeno dell’overtraining, chiarendo che non si tratta solo di un accumulo di fatica. La ricerca ha dimostrato che un carico eccessivo di allenamento, senza un adeguato recupero, può portare a uno squilibrio significativo del corpo e della mente. Gli atleti che si allenano incessantemente possono sviluppare sintomi gravi, come la perdita di prestazioni, disturbi ormonali e immunitari, e problematiche psicologiche.

Nel 2010, l’AIS ha confermato le gravi conseguenze dell’overtraining sul sistema nervoso autonomo, evidenziando l’importanza di un recupero adeguato. Un altro studio, condotto nel 2019 presso l’Università di Birmingham, ha messo in luce la distinzione tra overreaching e overtraining. L’overreaching è una condizione temporanea che può essere risolta con un breve periodo di riposo, mentre l’overtraining rappresenta una forma più grave e prolungata, richiedendo settimane o mesi per un recupero completo.

Prevenzione e strategie per evitare l’overtraining

La scienza concorda sull’importanza della prevenzione per evitare che gli atleti si trovino a dover affrontare le conseguenze dell’overtraining. È fondamentale adottare strategie efficaci per mantenere un equilibrio tra allenamento e recupero. Una corretta pianificazione dell’attività fisica, che preveda l’alternanza tra carico e recupero, è essenziale per preservare la salute dell’atleta.

Monitorare lo stato di forma e prestare attenzione ai segnali del corpo sono pratiche indispensabili. Un’alimentazione adeguata gioca un ruolo cruciale nel supportare il recupero e nel garantire che l’organismo riceva i nutrienti necessari per affrontare gli allenamenti. Solo attraverso un approccio equilibrato, che tenga conto delle esigenze fisiche e psicologiche, gli sportivi possono perseguire i loro obiettivi senza compromettere la loro salute.