Arresto di Mahmoud Khalil: un caso che solleva interrogativi sulla libertà di espressione negli Stati Uniti

L’arresto di Mahmoud Khalil, laureato della Columbia University, il 8 marzo 2025, per presunti legami con Hamas, riaccende il dibattito sulla libertà di espressione e i diritti civili negli Stati Uniti.
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Arresto di Mahmoud Khalil: un caso che solleva interrogativi sulla libertà di espressione negli Stati Uniti - unita.tv

Il recente arresto di Mahmoud Khalil, un laureato della Columbia University, ha acceso un dibattito sulla libertà di espressione e sui diritti dei cittadini negli Stati Uniti. Khalil, di origini siriane e cittadino algerino, è stato arrestato l’8 marzo da agenti del dipartimento della Sicurezza interna mentre si trovava nel suo appartamento, dove vive con la moglie americana, attualmente in attesa di un bambino. Questo evento ha sollevato interrogativi non solo sulla legittimità dell’arresto, ma anche sul clima di tensione che circonda le manifestazioni pro-palestinesi negli atenei americani.

L’arresto e le accuse contro Khalil

Mahmoud Khalil, 30 anni, ha conseguito un master in Amministrazione pubblica e risiede stabilmente negli Stati Uniti grazie alla Green Card. La sua notorietà è aumentata dopo aver partecipato attivamente a manifestazioni pro-palestinesi, dove si è sempre presentato a volto scoperto. L’arresto è avvenuto in base a una legge del 1952 che consente al segretario di Stato di revocare la residenza permanente a chi agisce contro gli interessi della politica estera americana. Secondo la portavoce della Casa Bianca, Khalil avrebbe distribuito volantini a sostegno di Hamas, un’accusa che lui stesso ha categoricamente negato.

Le manifestazioni alla Columbia University hanno attirato l’attenzione di una task force dell’ateneo, che ha riscontrato un clima di antisemitismo. Tuttavia, i sostenitori di Khalil sostengono che il suo ruolo fosse quello di mediatore tra l’università e i manifestanti, e che avesse espresso critiche nei confronti dell’antisemitismo. Un giudice ha temporaneamente sospeso l’ordine di espulsione mentre il caso è in fase di esame, lasciando aperte molte domande sulla legittimità delle azioni intraprese dalle autorità.

La reazione pubblica e le implicazioni legali

L’arresto di Khalil ha suscitato reazioni contrastanti, anche tra i commentatori conservatori. Ann Coulter, nota commentatrice di destra, ha affermato che, sebbene molti possano avere opinioni forti sui manifestanti, l’arresto di Khalil è una violazione del Primo Emendamento, che tutela la libertà di espressione. D’altra parte, il segretario di Stato, Rubio, ha sostenuto che le azioni di Khalil, che avrebbero incluso negoziazioni con manifestanti che hanno vandalizzato edifici, giustificherebbero l’annullamento del visto.

Questa situazione ha portato a una riflessione più ampia sulle politiche di immigrazione e sulla libertà di espressione negli Stati Uniti. La questione si complica ulteriormente con il taglio di 400 milioni di dollari di fondi federali alla Columbia University, una punizione per il presunto fallimento nel proteggere gli studenti ebrei. L’ateneo ha ora un termine fissato per il 20 marzo per apportare riforme significative.

La caccia agli studenti e l’uso dell’intelligenza artificiale

Un altro aspetto preoccupante di questa vicenda è l’uso dell’intelligenza artificiale da parte della Casa Bianca per monitorare le dichiarazioni di studenti internazionali sui social media. Questa strategia ha portato a conseguenze gravi, come nel caso di Rasha Aawieh, docente alla Brown University, espulsa per aver avuto sul suo telefono foto di un funerale di Nasrallah. Anche altri studenti, come Rajani Srinivasan, hanno subito la revoca del visto, costringendoli a lasciare il paese.

Le recenti manifestazioni alla Columbia University hanno visto la partecipazione di studenti ebrei pro-palestinesi, i quali denunciano come ogni critica a Israele venga etichettata come antisemitismo. Tuttavia, i tagli ai fondi hanno diviso l’ateneo, colpendo in particolare i dipartimenti scientifici, meno coinvolti nelle proteste rispetto a quelli umanistici. Un gruppo di deputati progressisti ha tentato di condannare l’arresto di Khalil, ma ha ottenuto solo un numero limitato di firme, evidenziando la riluttanza di molti democratici a essere associati alle manifestazioni.

La battaglia per la diversità e l’inclusione

La questione dell’arresto di Khalil si inserisce in un contesto più ampio di tensioni tra il governo e le università riguardo alla diversità e all’inclusione. Il dipartimento dell’Istruzione ha avvertito che gli atenei potrebbero perdere fondi federali se implementano politiche considerate discriminatorie nei confronti di bianchi e asiatici. La situazione è particolarmente evidente in Florida, dove si cerca di promuovere un patriottismo negli atenei e di contrastare dipartimenti accusati di essere infiltrati da ideologie di sinistra e di antiamericanismo.

Il caso di Mahmoud Khalil rappresenta un punto di svolta in un dibattito cruciale sulla libertà di espressione e sui diritti civili negli Stati Uniti, sollevando interrogativi su come le università e le autorità governative gestiscono le manifestazioni e le opinioni divergenti.