Un’inchiesta condotta dalla CNN ha portato alla luce una situazione drammatica in Siria, dove si sospetta che sia in atto una pulizia etnica contro le minoranze. I reportage dell’emittente mostrano video inquietanti che documentano le forze siriane, sostenute dal nuovo governo islamista, mentre perpetrano atti di violenza e omicidi nei confronti di comunità vulnerabili. Testimonianze di esecuzioni sommarie e attacchi indiscriminati si sommano a un quadro già allarmante, che va oltre la semplice vendetta contro i sostenitori del regime di Bashar al-Assad, recentemente deposto. Dall’inizio di marzo, le aggressioni si sono intensificate, con particolare attenzione rivolta alle comunità alawitte nella regione costiera siriana. L’inchiesta si è concentrata sugli eventi avvenuti a Sanobar, nel governatorato di Latakia, dove la situazione è diventata insostenibile.
La carneficina a Sanobar: testimonianze e prove
Nel corso dell’inchiesta, sono stati intervistati sette sopravvissuti, analizzate immagini satellitari e verificati filmati sul campo per comprendere l’entità della violenza nella cittadina di Sanobar. I residenti hanno descritto scene di terrore, con esecuzioni sommarie, saccheggi e incendi dolosi che hanno devastato il villaggio. Le testimonianze parlano di insulti settari e di un clima di paura che ha avvolto la comunità. I corpi delle vittime sono stati ammassati in due fossi comuni, un atto che sottolinea la brutalità degli eventi.
La CNN ha documentato almeno 84 corpi nei video geolocalizzati provenienti dal villaggio di Pine, che conta poche migliaia di abitanti. Tuttavia, i residenti affermano che il numero reale dei morti supera i 200, con la maggior parte delle vittime rappresentata da uomini. Questi dati evidenziano la gravità della situazione e il bisogno urgente di un intervento internazionale per fermare la violenza.
Massacri e promesse tradite: il futuro della Siria
Le atrocità commesse sollevano interrogativi sulle promesse fatte dal presidente ad interim Ahmad al-Sharaa, il quale aveva dichiarato l’intenzione di governare la Siria in modo inclusivo, garantendo la protezione delle minoranze e prevenendo che le fazioni di insorti diventassero una minaccia per la pace nel Paese. Tuttavia, gli eventi recenti mettono in discussione la credibilità di tali affermazioni. Dopo una sanguinosa imboscata tesa dai lealisti di Assad, le rappresaglie hanno avuto inizio, portando a un aumento esponenziale della violenza.
La rete siriana per i diritti umani ha riportato che oltre 800 persone sono state uccise negli attacchi successivi all’imboscata. Altri gruppi per i diritti umani sostengono che il numero reale delle vittime potrebbe essere ancora più alto. Per quasi tre giorni, i cadaveri hanno riempito le strade del villaggio di Pine, poiché ai residenti era stato vietato di raccoglierli. Solo dopo che la situazione si è calmata, i corpi sono stati sepolti in fossi comuni vicino al santuario alawita del villaggio. Gli abitanti stanno ancora cercando di dare ai loro cari una sepoltura dignitosa, rispettando i riti islamici, mentre la comunità continua a vivere nel terrore e nell’incertezza.