Richiesta di ergastolo per i familiari di Saman Abbas: il caso si complica a Bologna

La procuratrice generale Silvia Marzocchi ha chiesto l’ergastolo per cinque familiari di Saman Abbas, uccisa a Novellara nel 2021, evidenziando premeditazione e dinamiche familiari inquietanti.
Richiesta Di Ergastolo Per I Familiari Di Saman Abbas: Il Caso Si Complica A Bologna Richiesta Di Ergastolo Per I Familiari Di Saman Abbas: Il Caso Si Complica A Bologna
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La tragica vicenda di Saman Abbas, la giovane pakistana uccisa a Novellara nel 2021, continua a suscitare forti emozioni e dibattiti. La procuratrice generale Silvia Marzocchi ha presentato alla Corte d’Appello di Bologna una richiesta di condanna all’ergastolo per cinque familiari della vittima, già condannati in primo grado. La richiesta si estende anche ai cugini della ragazza, precedentemente assolti, evidenziando la gravità della situazione e le dinamiche familiari che hanno portato a questo drammatico epilogo.

La richiesta di condanna all’ergastolo

Nel corso del processo in corso a Bologna, la procuratrice Marzocchi ha chiesto la pena massima per i familiari di Saman Abbas, sottolineando la premeditazione e i motivi abietti e futili che hanno caratterizzato l’omicidio. I genitori di Saman, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, già condannati all’ergastolo in primo grado, sono affiancati dallo zio Danish Hasnain e dai cugini Nomanhulaq e Ikram, per i quali la procuratrice ha richiesto una pena più severa rispetto alle precedenti condanne. In particolare, lo zio, inizialmente condannato a 14 anni, e i cugini, precedentemente assolti, si trovano ora di fronte a una richiesta di ergastolo che riflette la gravità del crimine.

Il ruolo di Danish Hasnain come testimone chiave

Un elemento cruciale nel processo è rappresentato dalla testimonianza di Danish Hasnain, fratello di Saman, descritto dalla procuratrice come un “giovanissimo ragazzo a sua volta vittima degli eventi”. La sua posizione è stata valorizzata, evidenziando il trauma subito e la mancanza di responsabilità giudiziarie. Le sue dichiarazioni nelle udienze precedenti hanno contribuito a delineare un quadro inquietante riguardo alla famiglia di Saman. La procuratrice ha definito i genitori come “freddi e insinceri pianificatori dell’omicidio della figlia”, sottolineando la necessità di una condanna che restituisca a Saman il ruolo di vittima di un’azione inumana e barbara.

La pressione psicologica sulla vittima

Un aspetto significativo emerso durante il processo è la pressione psicologica esercitata dalla famiglia su Saman. La procuratrice ha descritto come la giovane fosse percepita come “ribelle” e “trasgressiva” a causa del suo desiderio di una relazione sentimentale. Questa pressione ha indotto i genitori a considerare l’omicidio come una soluzione, mettendo Saman di fronte a un fatto compiuto. La procuratrice ha affermato che Saman non avrebbe mai abbandonato la sua famiglia se le fosse stata concessa la libertà di vivere secondo i propri desideri. Un video che la ritrae mentre scherza con la madre pochi giorni prima della sua morte ha ulteriormente messo in luce la finzione di serenità e affetto che nascondeva un piano di morte orchestrato dalla famiglia.

La richiesta di ergastolo per i familiari di Saman Abbas rappresenta un passo significativo nel tentativo di ottenere giustizia per la giovane vittima e di affrontare le complesse dinamiche familiari che hanno portato a questo tragico evento. Il processo continua a rivelare dettagli inquietanti e a mettere in discussione le relazioni all’interno della famiglia, mentre la comunità attende con ansia l’esito finale.

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