L’acquisto di souvenir è una pratica comune tra i viaggiatori, ma in un’epoca di turismo di massa e crescente consapevolezza ambientale, è fondamentale interrogarsi sulla sostenibilità di queste scelte. Questo articolo esplora le implicazioni legate all’acquisto di oggetti ricordo, analizzando il loro impatto culturale e ambientale.
L’impatto del turismo di massa sui souvenir
Il fenomeno del turismo di massa ha portato a una proliferazione di negozi e bancarelle dedicate ai souvenir, che si sono moltiplicati nei centri delle città turistiche. Sebbene i souvenir non causino danni diretti paragonabili ad altre problematiche legate al turismo, come l’impatto ambientale o le tensioni con i residenti, la loro presenza solleva interrogativi sul consumismo contemporaneo.
Un articolo della BBC evidenzia che circa due americani su tre acquistano almeno un souvenir durante i loro viaggi, contribuendo a un mercato che genera vendite per oltre 21 miliardi di dollari all’anno. Questo dato mette in luce come i souvenir siano diventati un simbolo del viaggio, ma anche un veicolo di appropriazione culturale e consumismo sfrenato. La domanda centrale rimane: quanto un semplice magnete o un portachiavi riesce davvero a evocare i ricordi di un viaggio?
La storia dei souvenir risale a secoli fa, quando già nel XVIII secolo i turisti saccheggiavano monumenti come il Colosseo per portare a casa reliquie. Oggi, l’acquisto di un souvenir è spesso visto come un modo per materializzare le emozioni e i ricordi legati a un’esperienza di viaggio. Nella società attuale, caratterizzata dalla paura di perdere opportunità , i souvenir sono diventati anche una forma di prova tangibile della propria presenza in un luogo, simile a un post sui social media.
Acquisti responsabili: come scegliere souvenir sostenibili
Acquistare souvenir non deve necessariamente essere un gesto di consumismo. È possibile farlo in modo responsabile, tenendo conto di alcune pratiche suggerite da esperti del settore. La prima regola è quella di porre domande. Informarsi sulla provenienza degli oggetti e sulla loro produzione è fondamentale per garantire che siano sostenibili.
Inoltre, è consigliabile sostenere cooperative locali e mercati solidali, che spesso offrono prodotti autentici e sostenibili. Molti Paesi hanno iniziato a certificare i loro prodotti locali, rendendo più facile per i viaggiatori identificare articoli autentici. Ad esempio, in India, gli scialli di pashmina autentici sono contrassegnati con il marchio IG , mentre in Australia si utilizza il logo Indigenous Art Code per garantire l’autenticità delle opere d’arte indigene. Nei Paesi nordici, il marchio Sámi Doudji assicura che gli articoli siano realizzati da artigiani Sámi.
Non esiste una regola universale per definire un souvenir “responsabile”. Ogni viaggiatore deve prendere decisioni basate sulle proprie sensibilità e valori. Prima di acquistare un gadget da un aeroporto o un negozio turistico, è utile fermarsi a riflettere sull’impatto di quella scelta.
In sintesi, il modo in cui scegliamo i souvenir può riflettere il nostro rispetto per le culture locali e l’ambiente. Essere consapevoli delle proprie scelte di acquisto è un passo importante verso un turismo più sostenibile e rispettoso.